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Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza ha analizzato così la vittoria dell'Inter sulla Sampdoria:
"Quarta vittoria di fila in campionato, un netto 3-0 alla Sampdoria sull’onda della qualificazione agli ottavi di Champions. L’Inter è ritornata se stessa e sosterrà la prova del nove domenica prossima a Torino contro la Juve. Da qualche tempo Inter e Juve in Serie A procedono di pari passo. Oggi l’Inter è sopra di due punti, 24 contro 22. Il derby d’Italia dirà chi è la più “risalente” tra le due e sarà un verdetto non banale, perché il Napoli vola, ma un’Inter o una Juve nel gruppo degli inseguitori può aggiungere pressione. Se guardiamo alla situazione nel suo insieme, non c’è dubbio che l’Inter sia favorita sulla Juve. La partita di ieri sera ha confermato i pensieri estivi sull’Inter massiccia ed esperta, e innervata dalla freschezza di Nicolò Barella, rientrato in pieno possesso delle sue facoltà tecnico-agonistiche. Ha segnato il terzo gol di fila in campionato, il sesto in totale, Europa compresa. Ha smesso di gesticolare e prendersela con chiunque, compagni inclusi. Verrebbe da scrivere di un Barella in forma Mondiale, se non fosse che noi in Qatar non ci saremo. È un’Inter che segna: 16 reti nelle ultime cinque gare ufficiali per una media di 3,2 a match. Ed è un’Inter che a San Siro ha chiuso i rubinetti: quarta volta di fila in casa senza subire gol, “clean sheet” come si dice oggi in covercianese digitale".
"In principio l’Inter ha faticato un filino, ma forse era un’impressione o un fisiologico adattamento all’avversario. In partenza pareva più disinvolta la Samp, schierata da Stankovic con il lodevole intento di tenere un baricentro alto. Dosi robuste di uno contro uno per impedire all’Inter di ragionare, ad esempio in prima battuta Djuricic disturbava Calhanoglu nuovamente pensante interista. Questa Samp imprevista costringeva la squadra di Inzaghi a un giro-palla faticoso, ma il Doria bruciava energie. È dispendioso aggredire l’Inter, formazione fisica, preparata agli urti e difficile da logorare. A un certo punto è parso abbastanza chiaro che lo 0-0 si sarebbe sbloccato sotto forma di una giocata e così è stato. Calhanoglu si è esibito in uno dei suoi numeri preferiti, il corner-laser, calciato con chirurgia sulla testa di un compagno-torracchione. È uno schema ricorrente, il calcio d’angolo di Calha. Ieri sera il beneficiario prescelto è stato De Vrij, imperioso nel punire di testa il tardivo intervento riparatore di Ferrari, lento di riflessi nel decodificare il pericolo. Sbloccato lo 0-0 l’Inter si è scrollata di dosso ogni tensione e ha approfittato ancora di più dell’atteggiamento “alto” della Samp, a quel punto quasi costretta a salire e appesa al filtro non proprio esemplare di Yepes e Villar davanti alla difesa. Una prima avvisaglia di 2-0 è stata una ripartenza alta avviata da Lautaro per Mkhitaryan, ma la fuga dell’armeno nello spazio si è chiusa con un diagonale fuori misura. Il raddoppio è arrivato attraverso un’altra palla inattiva ed è stata una rete bellissima perché si sono sommati due colpi meravigliosi: Bastoni ha calciato con rapidità una punizione nella sua metà campo, in basso a sinistra. Con un lancio degno di un regista di assoluta nobiltà, diciamo Pirlo per offrire un riferimento preciso, ha pescato Barella sulla corsa. L’incursore ha messo giù il pallone con un perfetto stop orientato e poi ha liberato un tiro secco e potente. La semplicità al suo massimo, ma attraverso una serie di gesti tecnici ad altissima difficoltà. Samp sorpresa e distratta, bruciata dalla velocità di esecuzione di Bastoni e dal movimento di Barella a tagliare il campo".
"Sankovic all’intervallo ha puntellato il centrocampo con l’inserimento di Vieira al posto dell’ammonito Yepes, ma la partita gli era già scappata via tra le dita. Sul 2-0 l’Inter ha pedalato in discesa. Lasciava che la Samp si alzasse e ci provasse, per punirla in ripartenza. In avvio di ripresa si è celebrato il festival delle occasioni perdute. Lautaro, Dzeko e Skriniar hanno accarezzato il 3-0 in rapida sequenza. La Samp tentava di riemergere e colpiva duro nei contrasti, alla fine sei ammoniti blucerchiati tutti per gioco scorretto. Approviamo le buone intenzioni di Stankovic, il baricentro medio alto a 56,3 metri, mentre l’Inter ha chiuso con una postura media molto bassa, a 44 metri e mezzo. Questo dislivello spiega abbastanza il 3-0 di Correa, una contro-fuga di 62 metri con la palla al piede e senza sbarramenti efficaci a intralciare tanta bellezza. Che cosa sarebbe Correa se fosse continuo nell’attingere dal suo talento. Un’altra giocata d’elevata qualità per il 3-0 finale. E l’Inter questa è, una squadra che ha in pancia una moltitudine di soluzioni tecnico-fisiche di alta doratura. Inzaghi ha aumentato il minutaggio di Lukaku, entrato in campo a metà della ripresa. Il belga ha giocato 27 minuti recupero compreso e come accade quando si rientra da un infortunio, la seconda partita è la più difficile. Nella prima, mercoledì contro il Viktoria Plzen, Lukaku aveva brillato e segnato. Ieri si è sbattuto, ma gli è mancato lo “smash” dell’ultimo metro. L’Inter confida che lo ritrovi allo Stadium contro la Juve, nella partita che può valere la definitiva rinascita".
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