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Sebastiano Vernazza oggi sulle colonne della Gazzetta dello Sport ha parlato dei prossimi impegni dell’Inter. Tra corsa scudetto e sogno Champions League, in attesa del ritorno contro l’Atletico Madrid. “Nove giorni per chiudere il discorso scudetto, per eliminare ogni residuo e minimo “però”. L’Inter ha davanti a sé un trittico non impossibile: oggi il Lecce allo stadio di Via del Mare; mercoledì il recupero contro l’Atalanta; lunedì 4 marzo il Genoa a San Siro. Lo scoglio grosso è l’Atalanta a metà settimana, gli altri due sono impegni abbordabili, per quanto insidiosi, perché il Lecce ha bisogno di punti salvezza e il Genoa attraversa un bellissimo periodo, trascinato da Mateo Retegui centravanti della Nazionale. La legge dei grandi numeri gioca contro Simone Inzaghi: la capolista ha vinto tutte le partite dell’anno solare 2024, impossibile mantenere questa frequenza di successi. È fisiologico e umano che prima o poi arrivi una frenata sotto forma di pareggio, se non uno scivolone. Ci auguriamo che lo stop non prenda forma a Madrid, nel ritorno di Champions contro l’Atletico, gara in cui un pari andrebbe benissimo.
Non chiediamo all’Inter di vincere tutte le partite del trittico imminente, lo scudetto arriverà lo stesso. I faccia a faccia con l’Atalanta assomigliano sempre a viaggi nell’ignoto e un punto, contro il “dentista” Gasperini, andrebbe bene lo stesso. Crediamo però che Simone Inzaghi sia consapevole della grande occasione: con nove punti, l’Inter salirebbe a quota 72 dopo 27 giornate. Il Napoli, un anno fa, al 27° turno era capolista con 71 e di fatto aveva già vinto lo scudetto, era una pura questione di tempo. L’opportunità andrebbe colta, senza avvertirla come un obbligo, per dedicarsi quasi in esclusiva alla Champions League e inseguire l’utopia di un’altra finale, se non del Doblete, l’accoppiata campionato-coppa grande. Se tra otto giorni la capolista svetterà a 72 punti, Inzaghi potrà usare la Serie A come palestra per far crescere Bisseck e Buchanan, il primo giocherà anche stasera a Lecce; per far sentire Frattesi un titolare e non solo il primo cambio di lusso; per capire se Asllani in prospettiva possa elevarsi al rango di Calhanoglu. Più in generale, per preparare il futuro. Operazione fattibile anche se i punti saranno sette e non nove.
Lo scudetto è andato e tutto il resto è maratona Champions. Inter a parte, restano tre posti da assegnare, forse quattro se l’Italia si manterrà prima o seconda nel ranking Uefa per nazioni fino al termine della stagione, ipotesi oggi molto concreta. In corsa ci sono Juve, Milan, Bologna, Atalanta, Roma, Lazio e Fiorentina. E il Napoli, se vincerà oggi a Cagliari e mercoledì nel recupero contro il Sassuolo, altrimenti addio. Sette-otto squadre, con Juve e Milan non più così sicure di essere al riparo da un riassorbimento nel gruppetto delle altre aspiranti. La Juve, all’ora di pranzo contro il Frosinone, non ha scelta: vincere per spezzare una sequenza negativa da due punti nelle ultime quattro partite, tre delle quali contro Empoli, Udinese, Verona. Qualunque risultato diverso dalla vittoria aprirebbe scenari semi-apocalittici. Stasera il Milan dovrà contenere l’Atalanta: in caso di sconfitta, se la ritroverebbe addosso, quattro gradini sotto e con l’asterisco della partita in meno. Per Pioli, l’imperativo categorico è “non perdere” e non subire reti. Difficile mantenere vergine la porta contro l’Atalanta, ma urge un segnale forte, i sette gol presi tra Monza e Rennes vanno sterilizzati.
A chiudere, la doverosa celebrazione di Davide Nicola, che ha vinto a casa Sassuolo. In sei giornate sulla panchina dell’Empoli, tre vittorie e tre pareggi, dodici punti, due di media a partita. Un andamento da qualificazione Champions. L’Empoli era penultimo a 13, Nicola l’ha trascinato a 25, cinque piani sopra la zona rossa. La specializzazione di Nicola, questa sua capacità di rianimare gruppi inerti, è ormai un caso di scuola, da studiare, e sarebbe sbagliato ridurre tutto all’aspetto motivazionale. C’è dell’altro e non c’è mai la fuffa delle parole”, si legge.
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