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Vernazza (GdS): “Conte si rivede in Vidal, ecco perché l’ha voluto. E ora che fine farà Eriksen?”

Dell'arrivo di Arturo Vidal all'Inter, ha parlato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport il giornalista Sebastiano Vernazza

Andrea Della Sala

Dell'arrivo di Arturo Vidal all'Inter, ha parlato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport il giornalista Sebastiano Vernazza:

"Ci chiediamo il perché di tanta «vidalanza» in Conte e rispondiamo con una psicanalisi spicciola: perché Conte rivede in Vidal qualcosa di sé, del giocatore che Conte è stato. Un centrocampista da battaglia, buono per tante zone e molte zolle, un incursore con senso del gol. Brothers in arms, direbbero gli inglesi, commilitoni, compagni di battaglia. Questo dentro il campo, perché fuori, nella vita reale, di tutti giorni, i due sono stati e sono diversi, anzi opposti. Tanto è stato ed è lineare Conte nei suoi comportamenti privati, quanto è stato ed è irregolare Vidal con le risse giovanili nei suburbi di Santiago, gli eccessi alcolici, l’ostentazione della ricchezza, gli incidenti stradali. Due uomini del Sud, questo sì: Conte di Lecce, Salento, nel Sudest dell’Italia; Vidal di Santiago del Cile, nel Sudovest dell’America meridionale. Due uomini diversamente latini, ma con la medesima ossessione per la vittoria.

Conte sa come utilizzare Vidal perché lo ha già allenato nella Juventus. Oggi come allora gli chiederà di alzare il volume tra centrocampo e trequarti, di irrompere nell’area altrui e trasformare in gol rimpalli, palle vaganti, respinte, ma più di ogni altra cosa gli dirà di essere se stesso, il lupo capo-branco a cui appoggiarsi, specie nei momenti difficili, quando i giovani e i giocatori bravini si scoraggiano e perdono l’orientamento. Non sarà un idillio. Se prendi Vidal, metti in conto che qua e là ci siano dei prezzi da pagare: reazioni esagerate, squalifiche, focolai di risse, multe, l’armamentario del campione maledetto. Sono costi che Conte pagherà volentieri, un po’ perché se li aspetta, li ha già fronteggiati e saprà attutirli, e molto perché è consapevole di quel che riceverà in cambio, il valore dell’irriducibilità.

Vidal non è uno che si arrenda e all’Inter degli ultimi anni è mancata proprio la capacità di resistere nei momenti di difficoltà, di credere in se stessa quando è forte la tentazione di lasciarsi andare. A 33 anni Vidal non ha più la forza dirompente e inesauribile dei 25, è fisiologico, ma le sue doti di motivatore sono intatte. Il cileno non fa sconti a nessuno, non si carica in base allo spessore dell’avversario. È Vidal sempre, in Champions League come in campionato contro l’ultima della fila. Porterà mentalità vincente, trascinerà, e sotto questo aspetto accorcerà le distanze tra Inter e Juve. Conte dovrà trovare la sintesi tecnico-tattica, di squadra. Una prima domanda sorge spontanea: che cosa ne sarà di Eriksen, algido danese agli antipodi del cileno caldo? Uno esclude l’altro o possono giocare assieme?".

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