- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Getty Images
Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, giornalista, ha analizzato così Inter-Juve di Coppa Italia:
"Per la Juve è tutto, per l’Inter abbastanza. Mercoledì sera a Roma la finale di Coppa Italia compenserà le amarezze e i rimorsi di una delle due. La Coppa Italia come refugium peccatorum, un classico del nostro calcio. Nella Juve la delusione è conclamata, evidente, si tocca con mano. Massimiliano Allegri ha la necessità assoluta di vincere la Coppa nazionale. Simone Inzaghi no, non oggi, lo scoprirà più avanti, a seconda di come finirà la corsa per lo scudetto: la sua è una necessità preventiva. L’Inter è ancora dentro il campionato, può vincerlo. Se non ci riuscisse, la Coppa Italia lenirebbe i rimpianti, coprirebbe una parte delle recriminazioni. Chi sta peggio è Allegri. A due giornate dalla fine è quarto con 69 punti e al massimo arriverà a 75, tre gradini sotto il predecessore, Andrea Pirlo, un anno fa quarto a quota 78 alla pari con l’Atalanta, terza per migliori scontri diretti. Il dibattito è aperto da settimane: valeva la pena di vincolarsi ad Allegri con un contratto in scadenza nel 2025? Non sarebbe stato meglio offrire una seconda chance a Pirlo e alla sua idea di gioco? Pirlo tra l’altro si prese Supercoppa italiana e Coppa Italia".
"Volteggia lo spettro del 2010-11, l’ultima stagione in cui la Juve non vinse niente di niente, neppure una coppetta. Già così Allegri chiuderà al di sotto di Pirlo. Se mercoledì perdesse, il confronto con il passato prossimo diventerebbe impietoso. Inutile avvinghiarsi al totem del grande progetto, tipo i piani economici quinquennali della vecchia Unione Sovietica, meglio tacere. La squadra gioca male e Dusan Vlahovic, il mega acquisto d’inverno, il centravanti preso per recuperare i gol smarriti con l’addio a Ronaldo, si è intristito, tira poco, segna ancora di meno, viene sostituito, rimugina in panchina. Una deludente stagione semi-fallimentare, con il buco nero dell’eliminazione agli ottavi di Champions contro il Villarreal e con la Coppa Italia come possibile cerotto. Scenario desolante, tollerato dalla società in quanto anno zero per la ricostruzione, ma un’altra annata così non sarebbe accettabile".
"Diverso il panorama interista. Simone Inzaghi è riuscito a mantenere in alto il gruppo e avrebbe già vinto lo scudetto se l’Inter non fosse sparita tra febbraio e marzo. Onorevole l’eliminazione dalla Champions, in Europa l’Inter si è misurata con le squadre che si contenderanno il trofeo nella finale di Parigi il 28 maggio, questo per dire che non ha goduto di nessuna fortuna. Nel girone due sconfitte con il Real Madrid; negli ottavi, contro il Liverpool, il ko di San Siro e la vittoria a Anfield. L’Inter osserva la Coppa Italia da una prospettiva diversa, meno ansiogena, ma molto dipenderà dall’evoluzione del testa a testa scudetto con il Milan. Un secondo posto in campionato e una Coppa Italia perduta, con l’aggravante di averla persa contro un avversario come la Juve, renderebbero nuvoloso il bilancio, a quel punto la Supercoppa di gennaio assomiglierebbe a una medaglietta di consolazione. Tutti motivi per cui mercoledì ci aspettiamo una partita tesa, a frammenti, sincopata. Sarà il quarto Juve-Inter in stagione: due vittorie interiste, in Supercoppa ai supplementari e allo Stadium nel ritorno in campionato, e un pari nell’andata in Serie A. Sarà il terzo Juve-Inter in finale di Coppa Italia. I due precedenti risalgono al paleolitico e ci parlano di due successi juventini, 4-1 nel 1959 e 1-0 nel 1965. La Juve si gioca tutto, l’Inter abbastanza. Non sarà una finale da poco".
© RIPRODUZIONE RISERVATA