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Il noto editorialista della Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, prova a dire la sua sul mercato dell'Inter: "Ma l’Inter che cosa fa? È una delle domande più gettonate di questo primo scorcio d’estate. Risuona di prima mattina nei bar di Milano, con la Gazzetta già stropicciata da troppi passaggi di mano, e sotto gli ombrelloni di qualunque riviera. «Colpa» del Milan, che compra un giocatore al giorno (si fa per dire) e che sembra ripiombato nei rutilanti anni Ottanta, quando nei ristoranti della Milano da bere impazzavano le penne al salmone e vodka e Berlusconi trasformava i raduni della squadra nel remake di «Apocalypse now»: sbarchi in elicottero e la Cavalcata delle Valchirie in sottofondo. L’Inter per il momento investe nei giovani. In effetti non è facile comprare, per Sabatini e Ausilio. Si è sparsa voce che i cinesi dell’Inter siano strapieni di denaro e tutti, a ogni richiesta interista, alzano al massimo i prezzi dei cartellini. Emblematico il caso Dalbert: il terzino del Nizza sarà pure bravo, ma Sabatini e Ausilio fanno bene a non cedere ai rialzi del club francese. È giusto combattere la percezione diffusa che Suning sia un pozzo senza fondo a cui imporre cifre da taglieggiatori. Dalbert non vale i 20 milioni chiesti dal Nizza. Intanto è in dirittura il primo vero colpo: quasi preso Borja Valero, a condizioni accettabili. La Fiorentina in partenza chiedeva 10-12 milioni, lo spagnolo arriverà alla Pinetina per cinque più uno di bonus, segno che qualcosa è cambiato rispetto a un anno fa, quando si affrontarono costi spropositati per ingaggiare Joao Mario e Gabigol. Borja è un po’ stagionato - ha 32 anni -, però è il tipo di giocatore di cui ha vitale bisogno l’Inter, architetto del possesso palla e uomo spogliatoio di peso, di quelli che sanno farsi ascoltare quando le cose non vanno bene. Luciano Spalletti lo inseguiva da tempo, lo voleva alla Roma, e sarà felice di ritrovarselo a Milano. Borja sarà il primo mattone della nuova Inter, altri seguiranno: l’estate rimane lunga. Il tifoso interista non guardi troppo l’erba del vicino, più verde per definizione. Avvertiamo la ragionevole certezza che l’Inter quest’anno non abbia sbagliato la scelta dell’allenatore. Al netto delle intemperanze di comunicazione, degli show fuori luogo nelle conferenze stampa, Spalletti è un grande tecnico. Nel marasma emozionale dell’addio di Totti, nessuno o quasi si è accorto che Spalletti in 365 giorni ha fatto salire la Roma, a scapito del Napoli, dal terzo al secondo posto, dalla Champions sub judice (playoff) alla Champions diretta. Risultato enorme, vista l’esponenziale crescita tecnico-tattica dei sarriani nello stesso periodo. Scommettiamo che Spalletti non farà la fine dello spaesato Frank de Boer? "
(Gazzetta dello Sport)
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