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Vernazza (GdS): “Troppo facile sparare addosso a de Boer. Suning…”

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, dice la sua, sul momento dell'Inter

Riccardo Fusato

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, dice la sua, sul momento dell'Inter: "Gli ultimi due allenatori dell’Inter di fatto sono stati scelti dal vecchio proprietario. Roberto Mancini ritornò su suggerimento di Massimo Moratti quando in sala comandi già si era accomodato Erick Thohir. Frank de Boer era (è) un pallino di Thohir, che lo ha «imposto» a Suning nel momento in cui la multinazionale cinese è diventata padrona del club. Come se uno comprasse la casa e lasciasse i lavori di ristrutturazione al vecchio proprietario. Un’anomalia. Anzi, una fesseria. De Boer è a un passo dall’esonero. Bersaglio grosso e immobile, facile da colpire. È arrivato a Milano in tarda estate. Gli hanno messo in mano una squadra stordita da viaggi transoceanici per le tournée acchiappa-soldi. Un gruppo prossimo allo sbando, perché, diciamola tutta, Mancini ne aveva le scatole piene, esigeva e non otteneva più pieni poteri sul mercato e ultimamente allenava l’Inter con lo stesso entusiasmo di un ippopotamo allo zoo. Il curriculum del De Boer allenatore era autarchico: otto stagioni tra Ajax e nazionale «tulipana», nell’ovatta del calcio d’Olanda. A Ferragosto gli hanno affidato la grande squadra più imprevedibile d’Italia e gli hanno pure fatto un contratto triennale. De Boer da Amsterdam, ignaro dei veleni e delle pressioni del calcio italiano, digiuno di tatticismi esasperati e abituato a lavorare coi giovani olandesi, mediamente bene educati e rispettosi dei superiori.La nuova proprietà ha investito tanti milioni sul mercato, ma non c’è stato il tempo di coinvolgere il nuovo allenatore nella campagna acquisti, e FdB si è ritrovato ad Appiano con campioni calati dall’alto. E chissà, a un tecnico olandese gente come Banega e Gabigol appare forse esotica. Sul campo FdB ha pagato lo scotto di un calcio feroce, a cui era impreparato. Ha mostrato educata arroganza nell’insistere su un gioco insostenibile, nel reiterare un 4-2-3-1 farcito di ali d’attacco e centrocampisti latini: lo squilibrio fatto sistema. Ha battuto la Juve perché contro la Juventus l’Inter trova sempre il modo di compattarsi. Vittoria illusoria. Ultimamente si è corretto, è passato al 4-3-3, ma non è bastato. Contro l’Atalanta si è tra l’altro intuito che la squadra non lo segue più con convinzione: i giocatori sono come le iene, fiutano l’odore del sangue e si regolano di conseguenza. Fuori dal campo De Boer avrà osservato attonito il teatro assurdo del caso Icardi, si sarà chiesto quanto sia o sia stata sincera la solidarietà della società nei propri confronti. Aperta parentesi: i giornalisti sono iene tali e quali i giocatori e le voci sull’esonero, circolanti da giorni, non se le sono inventate, le hanno raccolte ad Appiano e dintorni: chiusa parentesi. Se credi in un allenatore, lo devi difendere in pubblico, ma più di ogni altra cosa in spogliatoio e in sede. Così fece Berlusconi a suo tempo con Sacchi al Milan, così di recente Percassi con Gasperini a Bergamo.Troppo facile scaricare tutto su De Boer, che pure ha le sue colpe. Se la ristrutturazione dell’immobile procede male, la responsabilità è di chi ha comprato il palazzo. È ora che Suning metta ordine al cantiere, che parli con durezza ai dirigenti-delegati e ai giocatori, che allontani dalle panchine del circondario i pensionati prodighi di pareri. Chi sborsa i soldi deve esercitare il diritto-dovere del controllo. Altrimenti rischia di commettere fesserie o, peggio, di passare per fesso."

(Gazzetta dello Sport)

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