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"Di rado abbiamo visto il City abbassarsi così. Il derby del baricentro medio, per quello che vale, l’ha vinta lo United, più “alto” del City di quasi tre metri: 53,8 contro 51,2. Un dettaglio significativo, perché parliamo di una squadra, il City, che ha fama di impadronirsi della metà campo altrui. E in effetti, quando il City palleggia, incanta e ammalia, quasi si resta ipnotizzati da tanta armonia. Tutti i giocatori sono coinvolti e partecipi. Ci sono però degli attimi, quando il City perde palla, in cui alle spalle di Stones si scorge un discreto campo aperto, perché anche Ruben Dias è avanzato, come Walker e Akanji. Cavità da riempire e l’Inter in questo caso l’uomo giusto ce l’ha, si chiama Lukaku. Qualcosa del genere si scorge a sinistra. Niente da obiettare sulla qualità di Jack Grealish, ala di vecchio conio per piede e di modernità estrema per fisico potente e scolpito. Grealish però non brilla per attitudine difensiva e lì potrebbero spalancarsi orizzonti per le falcate di Dumfries".
"Il City resta stra-favorito. Un divario ampio di percentuali, a essere generosi l’Inter godrà di un 20-25 per cento di possibilità, non di più. Gundogan e De Bruyne formano una strepitosa coppia di trequartisti, formidabili nel disbrigo delle due opzioni principali, la palla geniale per un compagno liberatosi in area e il tiro diretto. Gundogan contro lo United ha compensato con una doppietta la mini-siccità che ha colpito Haaland. Lo “Shrek” dei centravanti non segna da 4 partite, la sua ultima rete risale al 14 maggio, contro l’Everton in campionato. Ieri ha litigato un po’ con il pallone, però ha irradiato la solita forza d’urto, il suo tratto dominante. Non vorremmo che proprio a Istanbul riscuotesse i gol arretrati. L’Inter ha poche chances e qualche margine. Non è molto, ma è qualcosa".
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