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Getty Images
I primi mesi con la maglia dell'Inter di Hakan Calhanoglu. Va verso una maglia da titolare per la sfida di domani contro l'Udinese e Simone Inzaghi si aspetta molto da lui, come tutto l'ambiente nerazzurro. La Gazzetta dello Sport oggi si è soffermata sul suo rendimento fin qui con la maglia dell'Inter.
"Anche Hakan Calhanoglu non è mai stato un esempio di continuità. Dopo anni di "on-off" al Milan, l'esordio contro il Genoa aveva illuso gli interisti. Assist per Skriniar, eurogol, traversa con giocata alla Holly e Benji, chicche assortite: ecco il nuovo Calha. Invece poi sono arrivate più ombre che luci. Il suo destro sui piazzati ha sì innescato altri gol, ma la sensazione è che tra impossibilità di correre come Barella e Brozovic (ma quello lo fanno inpochi) e pause varie il turco non riesca mai ad essere all'altezza dei suoi mezzi tecnici. Il suo destino è curiosamente legato a quello di Dimarco (mai un minuto senza uno tra i due kicker in campo) ma soprattutto agli equilibri di squadra. Una botta alla caviglia presa in nazionale lo ha limitato a metà ottobre. E' tornato titolare contro la Juve e - al di là del legno che ha innescato il gol di Dzeko - ha regalato un'ora (a certi ritmi, di più non ne ha) di grande sostanza e applicazione anche in fase di non possesso. La panchina di Empoli fa pensare che ora toccherà a lui. Inutile sottolineare che il vero Calha, che nel derby vivrà una notte speciale, può cambiare faccia all'Inter e alla stagione nerazzurra", si legge.
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