LEGGI ANCHE
Lei ha citato Istanbul: quella finale è l’esempio che dal calcio si impara più dalle sconfitte?
—"È quello che ho sempre pensato, non sono frasi fatte. Perdere fa male, soprattutto sul più bello, ma l’Inter dopo quella partita ha trovato le energie per rialzarsi: non solo ha metabolizzato subito il risultato, ma si è messa in testa un nuovo obiettivo. Nei piani della squadra non c’è solo la seconda stella, ma pure la Champions: vogliono tutti tornare in una finale e stavolta vincerla. Il bel calcio di Inzaghi ha tutto per riuscirci".
Da centrocampista, pensa che l’Inter abbia davvero una delle migliori mediane d’Europa?
—"Su questo non ci sono dubbi: Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan si trovano a meraviglia. Si incastrano, si completano l’uno con l’altro. Quando dei giocatori hanno un rendimento collettivo tanto alto, è perché sono felici di passarsi la palla. Con quei tre gira tutto, la squadra respira. È un centrocampo all’altezza della storia dell’Inter e delle grandi di Champions".
Lautaro è già a 20 gol: di questo passo dove arriverà mai?
—"Di certo, non si ferma qui. Poi quest’anno è ancora più decisivo e completo. Ma non sono stupito, ha dentro qualcosa di diverso, di speciale: per lui si può usare la parola 'fuoriclasse'. E poi è stato bravo a prendersi il giusto tempo per crescere. Da argentino, sono orgoglioso: ispira i nostri talenti più giovani, apre loro la porta per il futuro".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA