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Veronesi: “Allegri spero non alleni più in Italia, avrei paura di perdere contro di lui”

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"L’anomalia è stata la prima parte del campionato e il testa a testa con l’Inter, nettamente superiore", sostiene Sandro Veronesi
Matteo Pifferi Redattore 

Sandro Veronesi, scrittore e tifoso juventino, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della Juve del futuro.

Non cederebbe Bremer nemmeno per cifre irrinunciabili?

«Vendere Bremer, che è uno dei tre migliori in rosa, non sarebbe da Juve. A meno che non sia il brasiliano a puntare i piedi e a chiedere la cessione. Un po’come è capitato in passato con Vidal, De Ligt... Solo in quel caso andrebbe accontentato. Ma non per i 60 milioni della clausola, ne servirebbero un centinaio. Io sono convinto che resterà a Torino: la Juve giocherà Champions e Mondiale per club, cosa andrebbe a fare allo United?».

Se non Bremer, chi sacrificherebbe per finanziare il mercato?

«Bremer, Vlahovic e Cambiaso sono intoccabili, sugli altri si può ragionare. Sono valutazioni che spetteranno al nuovo tecnico visto che l’avventura di Allegri è finita».


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Quali colpi sogna per avvicinare l’Inter e lottare per il titolo?

«Quest’anno la Juve ha ottenuto il massimo dalla rosa che aveva. L’anomalia è stata la prima parte del campionato e il testa a testa con l’Inter, nettamente superiore. Per tornare a lottare per lo scudetto non so se basterà un anno. I problemi dell’ultimo triennio nascono dall’autodemolizione cominciata con l’esonero di Allegri nel 2019 e l’inizio delle sciocchezze che hanno mandato in tilt i conti e indebolito la rosa. Se penso che Emre Can è in finale di Champions con il Borussia Dortmund... Era nostro e ce ne siamo disfatti in fretta e per un piatto di lenticchie».

Koopmeiners la convince?

«Se costa davvero 60 milioni, lo lascerei a Bergamo. Piuttosto dall’Atalanta comprerei Ederson. Non fosse stato per i recuperi del brasiliano, avremmo vinto 4-0 in finale di Coppa Italia. Mi piace anche Zirkzee e con Vlahovic lo vedrei bene. Il gioiello del Bologna è un attaccante che arretra e ama toccare la palla. Nessuno dei due è Trezeguet. David era speciale e unico, penso abbia fatto più gol che tocchi di palla».

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Le piace Thiago Motta per la successione di Allegri?

«È una bella scommessa. Motta è l’emergente più elegante, quello che ha mostrato il calcio migliore e con il Bologna ha ottenuto un risultato importante. È una scommessa in linea con la storia della Juve, come quelle vinte con Trapattoni e Lippi. Tanto per capirci: De Zerbi non sarebbe una scommessa da Juve perché è un tecnico che viene elogiato soltanto per il bel gioco e non per i risultati. Alla Juventus c’è già stato Maifredi. E Sarri, che pure ha vinto lo scudetto, è stato mandato via dopo un anno».

L’esonero immediato di Allegri la sorprende?

«Probabilmente c’è un intercorso di mesi tra lui e Giuntoli. Allegri è stato trattato molto male dalla Juve: il primo esonero, quello del 2019, è stato puro autolesionismo e grida ancora vendetta. Stavolta è sbottato dopo aver fatto il suo compito. Mi sento dirgli solo una cosa ad Allegri: grazie».

Dove spera di vedere Allegri in futuro?

«Non Italia, avrei paura di perdere contro di lui. Negli ultimi anni, Allegri è stato molto juventino. Quello che si è chiesto lui all’Olimpico, me lo chiedo tuttora anche io: dov’è Rocchi?».

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