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Da una sostituzione all’altra, Marco Verratti e Unai Emery hanno scritto una breve storia a capitoli. Dal cambio che tanto fece arrabbiare l’azzurro, al minuto 57 di Psg-Marsiglia (giocata domenica scorsa), al richiamo in panchina di Lille-Psg, avvenuto ieri al minuto 60. Appena esibito il tabellone luminoso dal quarto uomo, Verratti si è diretto (non felicissimo, è naturale) verso la panchina, per dare il cambio a Rabiot. L’ex Pescara si è subito incrociato col tecnico, che lo ha fermato e abbracciato. I due si sono scambiati rapidamente un’opinione con la mano davanti alla bocca, per coprire il labiale. In questo modo, si sono così riconciliati.
A fine gara, lo stesso Verratti ha parlato alla stampa di questa querelle: "Un abbraccio che riconcilia te e Emery? Sono state dette molte cose false. Contro il Marsiglia, il cambio era stato concordato con lo staff medico e con il mister, perché avevo già preso un sacco di colpi. Mi ero già fatto male e non volevo rischiare un altro infortunio. Poi, mi sono state messe in bocca parole che non ho detto. Non c’è niente con il mister. In 5 anni che sono a Parigi, ho sempre avuto grande rispetto per i miei allenatori. Se queste cose mi infastidiscono? Mi capita spesso di essere d’accordo con i giornalisti quando parlano del mio gioco o quando si tratta di dire se ho fatto bene o meno. Ma sulla storia con il mister, se n’è parlato per una settimana e sono state dette solo cose sbagliate. Non sono d’accordo quando la gente dice che sono un ragazzo cattivo ed egoista. Mi fa male".
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