Intervistato da La Stampa, Christian Vieri ha analizzato il momento dell'Italia di Mancini e la svolta giovane impressa dal ct azzurro:
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Vieri: “In Italia poca pazienza, troppo attaccati ai risultati. Facciamo come dice Mancini.
È cominciato un nuovo ciclo all’insegna di giovani?
«Il Mancio è il più bravo di tutti se c’è da trovare ragazzi forti in giro per il mondo. Credeva in Gnonto e negli altri debuttanti lanciati con la Germania. Si è preso un rischio perché venivamo dalla sconfitta pesante con l’Argentina. È andata bene e tutti lo elogiano. Ma se fosse andata male? In Italia si sta troppo dietro ai risultati. C’è poca pazienza. Serve qualcuno che faccia come Cesare Maldini. Ci buttò tutti dentro dall’Under21 alla Nazionale maggiore. Da lì vennero fuori tanti Campioni del Mondo del 2006».
Manca un Vieri a questa Nazionale?
«Si dice così quando le cose vanno male. Anche all’Europeo non c’era, ma non lo diceva nessuno, perché abbiamo vinto. Immobile deve fare
qualche gol in più in azzurro, come fa con la Lazio. Senza infastidirsi per le critiche. Però in generale credo che sarà dura tornare alle generazioni del passato. La nostra, parlo dei nati negli anni ’70, era eccezionale. Fenomenale quella dei Mondiali ’90: Vialli, Mancini, Giannini. Arrivarono in semifinale senza subire un gol. Lasciando stare quella del 1982, forse la Nazionale più forte di sempre»".
(Fonte: La Stampa)
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