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Ai tempi dell’Inter allenava Bonucci, Esposito: “Con la sua testa Balotelli…”

Marco Macca

L'allenatore del Prato racconta il difensore della Juventus che ha allenato ai tempi della Primavera nerazzurra

"Personalità, mentalità vincente e forza interiore sono le sue armi segrete". Vincenzo Esposito definisce così Leonardo Bonucci, difensore della Nazionale Italiana e della Juventus che - stando alle indiscrezioni di mercato - sarebbe finito nel mirino di Pep Guardiola diposto a follie per portarlo al Manchester City.

L'allenatore ha avuto con sé il giocatore ai tempi della Primavera dell'Inter: "Ha una testa incredibile, ed è un leader che non sbaglia mai l’approccio alla partita. Non era il più atletico e nemmeno il più rapido, ma lavorava soprattutto sulla testa, era superiore a tutti gli altri. Già da ragazzo si intravedeva quanto fosse un vincente, tanto che fu uno dei protagonisti del nostro scudetto Primavera. Nello spogliatoio, esigeva che tutti rispettassero le regole, la società e lo staff". 

L'ex allenatore Primavera nerazzurro ha poi espresso il suo più grande rimpianto: "Sotto la mia gestione sono passati tanti giocatori, tra questi Santon, Destro, Obi, Biabiany, lo stesso Bonucci e anche Balotelli. Ammetto che il mio grande rammarico riguarda proprio quest’ultimo: Mario potenzialmente sarebbe potuto essere devastante, se avesse avuto la testa di Bonucci assicuro che ora non avrebbe nulla da invidiare a Cristiano Ronaldo”.  4

Infine un'ultima curiosità: “Prima di giocare nel 2007 la finale scudetto Primavera vinta per 1-0 contro la Samp, scovammo un giocatore, mangiare un gelato non concesso e così facemmo un summit coi senatori della squadra, tra quali c’era proprio Bonucci, ma alla fine decidemmo di far finta di niente, chiudemmo un occhio… E pensare che sempre Bonucci ebbe un ruolo fondamentale anche prima dell’inizio della partita: la prima squadra ci mise a disposizione Andreolli, ma Leo venne da me e mi disse senza giri di parole: ‘Mister siamo noi che siamo arrivati fino a qua ed ora sta a noi giocarcela’, per farvi capire la personalità del ragazzo. Lo ascoltai, dissi di no ad Andreolli e vincemmo quella finale”. 

(Fonte: gianlucadimarzio.com)