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Visnadi: “Inter, questione Lukaku urgente. Inzaghi punto fermo: e non è blasfemo dire che…”

Matteo Pifferi Redattore 

Visnadi aggiunge: "Nel frattempo, le vedove di Conte hanno smesso di piangere e sono salite sul carro"

Gianni Visnadi, giornalista, ha analizzato, sulle colonne de il Giornale, la situazione in casa Inter dopo il KO in finale di Champions League contro il Manchester City:

"Restano i complimenti alla squadra e i soldi alla società, ma per l’Inter è già tempo di guarda avanti. Zhang ha parlato in modo molto chiaro: la strada non cambia, la sostenibilità prima di tutto, anche se in un’annata estremamente positiva come questa, con 140 milioni fra premi Uefa e incassi a San Siro nel virtuoso cammino di Champions, l’Inter può chiudere il bilancio del prossimo 30 giugno con un passivo di almeno 70/80 milioni. La gestione costa ancora troppo: l’obiettivo sarà sempre quello di alzare i ricavi, e stavolta almeno ci sarà uno sponsor pagante (favorito Qatar Airways), e abbassare i costi, anche se la politica dei paramenti zero, obbliga ovviamente a offrire contratti importanti a giocatori per i quali non si pagano i cartellini. Perdere Skriniar a zero resta in questo contesto un errore operativo gravissimo, tanto più che sul campo Inzaghi è stato bravissimo a trovare in Darmian un sostituto che non ha mai fatto rimpiangere il prossimo giocatore del PSG"

"«Tutti quelli che hanno fatto bene, resteranno», ha detto Zhang. Ma non è detto che sia effettivamente così, dipenderà dalle offerte (Onana, Dumfries, Brozovic, addirittura Lautaro?) e dall’abilità di Marotta e Ausilio. Di sicuro il mercato registrerà molti movimenti. La questione Lukaku è la più urgente da chiarire, ma non è detto che sarà la prima a essere chiusa. Il punto fermo è Simone Inzaghi e due mesi fa era tutt’altro che scontato, anzi il suo destino era segnato. Il tecnico è stato bravo a tenere duro, facendo gruppo con la squadra che non gli ha mai voltato le spalle, anzi. Inzaghi ha preparato magistralmente la gara contro Guardiola, impedendogli di giocare il suo calcio. Quello che, non è blasfemia e neppure lesa maestà dirlo, non era riuscito a Carlo Ancelotti e al suo Madrid. Pep gli ha fatto i complementi. Tutto il mondo gli ha riconosciuto di avere colmato con la tattica e il cuore il gap tecnico fra le due squadre, nascondendolo. Dopo la sconfitta, Inzaghi ha detto che lui e la sua squadra torneranno a giocarsi una finale, ma l’anno prossimo il primo obiettivo sarà vincere lo scudetto della seconda stella".

"Ora comincerà il tormentone del rinnovo del suo contratto, in scadenza fra un anno. È molto probabile però che non ci sia nulla di concreto fino all’autunno. Poi sarà Inzaghi a decidere se firmare o meno, con quanto ha fatto quest’anno ha assunto una dimensione internazionale e potrebbero aprirglisi porte e portoni finora non considerati. Nessuno dimentichi mai, che ha portato in


finale di Champions, sfiorando i supplementari fino all’ultimo secondo, una squadra da cui il precedente allenatore era scappato, non considerandola all’altezza della sue ambizioni. Nel frattempo, le vedove di Conte hanno smesso di piangere e sono salite sul carro"