00:22 min

ultimora

Viviano: “Stankovic? All’Inter mi ha aiutato tantissimo. Come lui ce ne sono pochi”

Marco Astori

Le parole del portiere: "All'Inter ero infortunato, sono stato 6 mesi e ci ho giocato poco insieme ma aveva uno spessore umano incredibile"

Intervenuto ai microfoni del Secolo XIX, Emiliano Viviano, portiere del Fatih Karagümrük, ha parlato così dell'approdo di Dejan Stankovic sulla panchina della Sampdoria:

«Dejan mi ha aiutato tanto all'Inter: mi ero rotto il ginocchio, mi è stato vicinissimo, mi ha invitato a casa con la sua famiglia. Come Deki ce ne sono pochi, è della pasta di Sinisa, calciatori d'altri tempi, uomini tutti d'un pezzo, leali, sinceri. Ho visto la sua prima intervista e mi è venuta voglia di giocare per lui, neanche in porta ma in mezzo al campo».

Può risollevare la Samp?

«Con la Stella Rossa ha fatto bene, come allenatore non lo conosco benissimo ma so che ora alla Samp serviva uno così. Uno che oltre alla parte tattica e di campo, comunque fondamentale, riesca a dare qualcosa a livello emotivo: la squadra è forte ma un po' spenta».

Può emulare il Mihajlovic sampdoriano?

«Arrivai nel secondo anno di Sinisa, dopo la salvezza e facemmo molto bene. Con Deki abbiamo parlato molto di quello. Gli ho raccontato cosa vuol dire giocare per la Samp e che i tifosi sono diversi. Gli ho detto "Riguardati Samp-Monza e senti il tifo". Per fortuna quando c'ero io solo l'anno di Zenga-Montella non andammo bene, ma il sostegno non è mai mancato. A Deki ho spiegato che giocare per la Samp è una roba diversa. E lui mi ha detto "Così mi carichi, voglio quasi giocare oltre che allenare". Basterebbe che calciasse in porta, tirava certe fucilate...».

Cosa la colpiva di lui?

«Da rivale mi ha fatto gol, era fortissimo. All'Inter ero infortunato, sono stato 6 mesi e ci ho giocato poco insieme ma aveva uno spessore umano incredibile, avevo legato tanto con lui, Pandev e Chivu».

In quell'Inter c'era anche Thiago Motta.

«Con cui ho giocato pure in Nazionale: per lui valgono gli stessi concetti, leale, sincero, in campo era un animale, un lottatore, sempre fedele alla causa. E poi sono anche ex del Bologna, città stupenda, uno dei posti dove sono stato meglio. Stavolta spero che vinca la Samp perché ne ha più bisogno, al ritorno si vedrà. Mi auguro che entrambe chiudano a metà classifica, tranquille».

Il pericolo è Arnautovic?

«Non ci ho giocato ma all'Inter me ne parlavano come di un gran talento che si era un po' perso. Al Bologna va forte, lo volevano Juve e Manchester United, no?».

Chi può incarnare lo spirito di Stankovic in campo?

«Rincon che è anche l'unico con certe caratteristiche. Poi davanti la Samp ha tanta qualità ma devi riuscire a sfruttarla. Quando Deki dice "Non devi aver paura della forza che ti attacca" vuole dare spavalderia, quel dire "Andiamo a prendercela la vittoria". Un cambio di tecnico azzera le gerarchie, già questo può stimolare anche chi non giocava e poi Deki è un grande motivatore».