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Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alessandro Vocalelli ha commentato così il finale di campionato che si prospetta ai piani alti della classifica:
"Da oggi, è proprio il caso di dirlo, comincerà un nuovo campionato. Già, perché per mesi è stato detto - e chissà quante volte lo avremo ricordato ad Antonio Conte - che una cosa è giocare con il dolce fastidio degli impegni europei e un’altra è potersi concentrare su un unico fronte. E il vantaggio per l’Inter - un ritornello - sarebbe stato così forte da produrre uno strappo in classifica. Ma se lo strappo c’è stato, è difficile però attribuirlo alle due gare che le partecipanti alla Champions - in particolare la Juve - hanno affrontato. Diversa l’Europa League, che nel frattempo ha almeno giocato due turni. Fatto sta che, tranne Fonseca, d’ora in poi tutti potranno - loro malgrado - concentrarsi soltanto sulla volata finale. Si lavorerà tutta la settimana per un impegno soltanto e gli allenatori - che tanto si sono appellati all’infinità di partite e di esami - non avranno più alibi. Certo, una magra consolazione e la sensazione - sgradevole - che ancora più dei calendari tanto affollati (che esistono in tutta Europa) le nostre abbiano pagato una condizione atletica non all’altezza di certi palcoscenici. Una riflessione per il futuro: sarà il caso di farsi un nodo al fazzoletto per ricordarsene".
"Il campionato adesso riparte in un altro scenario. Con il Milan diviso tra l’obiettivo dichiarato da Ibra - la corsa scudetto - e quello che Pioli coltiva in cuor suo, la difesa primaria di un posto in Champions; mentre la Juve è almeno in apparenza compatta nelle parole di Pirlo e dei senatori, che credono ancora nel titolo. E la sensazione è che mai come in questo momento - con la rinuncia forzata ai tantissimi impegni - dovranno ancora di più incidere i big. Lo sa benissimo Ibra - a cui si aggrappano i rossoneri - lo sa benissimo CR7, che vuol spazzare le voci (anche troppe, per la verità) sul proprio futuro. Lui e Dybala, che dopo la sosta dovrebbe finalmente tornare a disposizione, sono le risorse di Pirlo per un finale di stagione diverso. Certo è che Conte può comunque permettersi una domenica di riflessioni in poltrona abbastanza serene, perché la concorrenza è distante e ha un affanno non trascurabile: non potersi permettere neppure il minimo errore. È anche per questo che - con uno slogan per la verità un po’ troppo abusato - tutti parlano (a cominciare da Firenze per il Milan e dal Benevento per la Juventus) di gare da affrontare come finali. Lo sono, d’altronde, anche per quelli che cercano un posto in Champions: dall’Atalanta alla Lazio. L’unica sfida che non è una finale - in fondo - chiuderà la giornata. Perché tra Roma e Napoli sembra piuttosto uno spareggio. Anche tra i due allenatori più contestati dall’inizio della stagione. Poi ti accorgi che Fonseca è l’unico rappresentante del nostro calcio in Europa. E che Gattuso, tra mille infortuni, è sempre lì, con una partita a Torino da recuperare. Insomma, storie curiose. Ma questo è un altro discorso".
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