Le inglesi e non solo guardano in Italia e in casa Inter per cercare difensori per la Premier League. Ne ha parlato su La Gazzetta dello Sport il giornalista Alessandro Vocalelli:
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Vocalelli: “Da Skriniar a Bastoni e Koulibaly, l’Europa guarda in Italia per la difesa”
Ma se faticano a crescere difensori azzurri, non si può dire assolutamente — anzi — che nel frattempo abbia perso colpi la nostra tradizione e attitudine: saper difendere, e difendere bene, insegnando anche agli altri l’arte di saper stare in campo. È per questo, se ci pensate, che raramente i grandi squadroni d’Europa guardano a fantasisti e attaccanti del nostro campionato.
Ma è un’abitudine — forse mai come adesso — per quanto riguarda i difensori. E l’elenco è lunghissimo. Koulibaly è appetito da Barcellona e Chelsea, che aspettano solo un cenno di De Laurentiis a trattare. Grande giocatore, che al primo anno in Italia ha però faticato moltissimo, con Benitez che gli preferiva Britos e Albiol. Sotto la guida di Sarri, che lo ha plasmato e migliorato, è diventato il calciatore che è ora. Così come Skriniar, il sogno forse proibito del Psg per proteggere una galleria di campioni dalla metà campo in avanti. Anche lui, con Antonio Conte, è finito addirittura in panchina, prima di imparare la lezione: meno aggressività e maggior controllo della propria forza. Una crescita che ha condiviso parallelamente con De Ligt, arrivato dall’Ajax con referenze straordinarie ma che — parole sue — ha imparato in Italia e alla Juve a limitare i contrasti. Meglio, molto meglio, una postura corretta, per guardare il pallone e anticiparne la traiettoria. Fatto sta che il Chelsea è sempre lì, alla finestra.
Ma in Italia — ed è per questo che piace a tutti, dal Liverpool al Bayern — si è migliorato moltissimo Bremer, il miglior difensore dell’ultima Serie A. Da Mazzarri a Juric ha trovato i maestri giusti per diventare il grande difensore che è. Lo stesso percorso che ha fatto Bastoni, su cui è forte l’interessamento del Tottenham di Antonio Conte. Lui e Inzaghi, d’altronde, ne hanno esaltato le qualità, insegnandogli soprattutto che si difende con la mente e non con il fisico. Insomma, l’Europa dei Grandi guarda ai difensori del nostro campionato. Perché qui si cresce, evidentemente.
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