Alessandro Vocalelli, nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, ha esaltato Nicolò Barella: "Essere nati per fare il calciatore - per chi crede nella professione - vuol dire il massimo della serietà, dell’applicazione, del rispetto del proprio fisico - l’autentico strumento di lavoro - la voglia, sin da bambini, di migliorarsi ogni giorno. Per questo chi ama il calcio, nella sua folle osservanza, non può che considerare Barella, uno come Barella, l’autentico esempio di cosa vuol dire “fare il calciatore”. E non può che condividere la voglia sfrenata dell’Inter di accontentarlo, con un contratto adeguato e la voglia di trasformarlo in bandiera.
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Vocalelli (GdS): “Barella piace a tutti, l’Inter vuole trasformarlo in bandiera”
Il centrocampista nerazzurro e della Nazionale raccoglie sempre più consensi: è ormai un top a livello internazionale
Nicolò Barella è la sintesi perfetta del tuttocampista, capace di mettere insieme la disponibilità al sacrificio al desiderio di essere artista; la flessibilità nell’interpretare da gregario e da protagonista; di saper accordare l’innata paura di doversi fermare nella crescita tecnica, al coraggio di mettersi sempre sotto pressione. Chiedendo di più, e sempre di più. Non agli altri, ma appunto a se stesso. Barella è il calciatore che tutti, ma proprio tutti, gli allenatori vorrebbero avere. Non è adatto a un modulo, perché lui stesso è il modulo semplice, essenziale, quasi perfetto, che impone il calcio di Conte o Guardiola, Klopp o Simeone, Inzaghi o Mancini, che lo considera giustamente un insostituibile. Perché lui, Nicolò, non interpreta un ruolo, ma svolge un compito: di essere il primo a difendere, il più lesto a ripartire, il più spregiudicato nell’assaggiare i venticinque metri finali, dove il terrenosi fa sempre più caldo, dove contano cuore e intelligenza allo stesso momento. Una qualità chelo ha spinto a migliorarsi ogni giorno:da quando, a tre anni e mezzo, entrò nella scuola calcio di Giggiriva, da pronunciare d’un fiato".
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