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Vocalelli (GdS): “Inter sempre bella ma diversa: ora non abbatte l’avversario ma…”

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Il commento sulla Gazzetta dello Sport del giornalista Alessandro Vocalelli all'indomani del successo dell'Inter a Venezia

Alessandro De Felice

Sulle colonne de' La Gazzetta dello Sport, il giornalista Alessandro Vocalelli analizza il successo dell'Inter sul Venezia nella rubrica 'Il commento':

"Certo è che si banalizza spesso sulle virtù di Simone Inzaghi, celebrato semplicemente come l’erede di Conte, con il merito - questo sì - di aver attenuato la delusione per le partenze di Lukaku e Hakimi. Lettura parziale di un tecnico preparatissimo, che ieri sera ha schierato una formazione con quattro diversi giocatori di movimento su dieci rispetto allo scorso campionato: Dimarco, Calhanoglu, Dzeko e Correa. Ma soprattutto cambiando completamente la filosofia, e non il modulo; modificando la strategia, ma non l’anima; alleggerendo la tensione, ma non la pressione.

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Che non vuol dire - perché questo è il Paese dei continui confronti - di aver già fatto meglio o peggio di Conte, considerando anche la qualificazione in Champions. Non vuol dire mettere i due allenatori allo specchio, ma provare ad abbandonare lo slalom parallelo, per dire che l’Inter - con i suoi mille pregi e qualche inevitabile difetto - è sempre una bellissima squadra, ma completamente diversa. Che non cerca di abbattere il suo avversario, ma preferisce aggirarlo.

"È così che l’Inter ha chiuso la sua settimana ideale, dopo aver scelto il tema giusto col Napoli e aver superato un esame di maturità con lo Shakhtar. Perché ci sono partite - e quella di mercoledì ha rappresentato l’esempio perfetto - in cui non basta arrivare preparatissimi all’appuntamento. Ma bisogna, anche, sapersi adattare. Cosa che all’Inter di oggi riesce alla perfezione, con due uomini - Calhanoglu e Barella - che rappresentano il calcio di Inzaghi, fatto di appoggi più che di sovrapposizioni.

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E se il primo si fonde con Perisic - come faceva Luis Alberto con il suo compagno a sinistra - il secondo è formidabile, spettacolare, nel suo allargare l’azione per dare spazio a Darmian. È da lì, da quelle due zone del campo, che nasce e si sviluppa la manovra interista, per poi improvvisamente piegare verso le punte. L’Inter di oggi è forse l’unica squadra italiana a provare, contemporaneamente, con sei soluzioni offensive, accettando il rischio del faccia a faccia a centrocampo e in difesa. E per farlo è indispensabile una notevole condizione atletica".

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