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Ora, intendiamoci, non è certo il caso di discutere o imporre scelte di qualsiasi tipo. La possibilità di ingaggiare grandi calciatori stranieri è un’opportunità da cogliere sempre. Perché, anzi, da culture anche calcistiche si impara sempre e ci sono fior di campioni che hanno rappresentato e rappresentano punti di riferimento assoluti. Però, e lo abbiamo visto, la storia suggerisce che avere una solida base di calciatori italiani, in grado di accogliere e fare da guida a chi arriva da fuori, può essere un ottimo modo per accelerare un processo di ambientamento e perfezionamento dei meccanismi di squadra. Un’ indicazione, non certo una lezione, anche in vista di un altro mercato che tra qualche tempo si aprirà ufficialmente. Le possibilità di operare in qualsiasi Paese, andando a scandagliare il meglio che c’è in giro, è sicuramente un’enorme opportunità. Ma pensare allo stesso momento a un blocco italiano può rappresentare davvero un valore aggiunto fondamentale. Anche perché, come nel caso dell’Inter, ci sono storie che sfuggono a cliché superati. Alzi la mano chi ad esempio pensava che Di Marco, dopo essere andato via per due volte dall’Inter, potesse diventare il fantastico esterno che è ora. Alzi la mano chi pensava che Darmian, superata abbondantemente la trentina, potesse vivere una seconda giovinezza. Alzi la mano chi davvero credeva che Acerbi, potesse essere - a 35 anni - l’asso nella manica di Simone Inzaghi. Insomma, le soluzioni migliori a volte sono, così, sotto gli occhi. Basta avere la competenza e l’umiltà per capire, come avrebbe detto Costanzo, cosa c’è dietro l’angolo. Senza, presuntuosamente, pensare di essere i soli a immaginare il proprio orizzonte".
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