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Dell'ormai imminente ritorno di Lukaku all'Inter ha parlato il giornalista Alessandro Vocalelli sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:
"All’Inter, in questo periodo, sta succedendo una cosa strana - o forse no e poi capiremo il perché - a proposito dell’ormai imminente ritorno di Lukaku. La cosa apparentemente strana è che il suo sponsor principale, l’uomo che lo vuole a tutti i costi, è un tecnico che lo ha incrociato soltanto per pochi giorni: Simone Inzaghi. Già, perché il pilota nerazzurro non ha fatto quasi in tempo a conoscerlo: lo ha diretto in allenamento per pochissime sedute
Simone Inzaghi sa bene che Lukaku - indipendentemente da quelli che potrebbero essere i suoi compagni di reparto - è un calciatore speciale. L’unico a meritarsi un posto nelle citazioni post-trionfo. Si è detto infatti che quello nerazzurro è stato lo scudetto della società, di Marotta, naturalmente di Conte, ma anche di Lukaku. Un ruolo ampiamente riconosciuto - nelle gerarchie di un successo - in cui c’è tutta la sua grandezza, la sua importanza; ed è questo che, semplicemente, spiega perché Inzaghi si stia spendendo moltissimo, insistendo per un ritorno in nerazzurro.
Lukaku è, sarebbe, giustamente fondamentale - secondo Inzaghi - per due motivi paralleli: uno psicologico e l’altro tecnico. Il primo è facile da spiegare: il belga è un leader - come è stato Ibra per il Milan - capace di aumentare l’autostima individuale e collettiva. È l’uomo intorno a cui riunirsi, in maniera anche figurata. Esattamente - andando invece sul pratico - come succede in campo. Lukaku è un calciatore ideale, forse e soprattutto nel calcio italiano, che non sarà il più spettacolare, il più competitivo, ma tatticamente è tra i più evoluti. E Lukaku ti permette di fare le due fasi - aggressione della trequarti rivale o maggiore copertura per partire in contropiede - con la stessa efficacia. È un pericolo per gli avversari se arriva dentro o al limite dell’area, perché può risolvere personalmente o distribuire a destra o sinistra per gli inserimenti; è un pericolo se riceve il pallone nella propria metà campo, perché sa usare il fisico per appoggiarsi sul difensore e poi partire come una fionda. Il suo unico difetto è forse nel primo controllo, ma qui in Italia tempi e spazi sono maggiori e la cosa passa quasi inosservata. Insomma, Inzaghi sa bene che con Lukaku guadagna un grande attaccante e due modi di fare calcio, per giocare più partite nell’ambito dei 90 minuti. L’unica cosa, ma in alcuni momenti decisiva, che quest’anno è mancata all’Inter.
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