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"C'è una partita ancora più importante di Inter-Juve che si appresta a giocare, anzi che sta già giocando, Thiago Motta", sostiene Alessandro Vocalelli nel suo focus per la Gazzetta dello Sport. Spiega il noto giornalista: "Come - direte - cosa ci può essere di più intrigante e significativo del duello con la rivale storica? Tra l’altro in una situazione di classifica che non ammette distrazioni: perché c’è il Napoli che si è messo al comando del gruppo e un passo falso rischierebbe di scavare già un piccolo solco. E invece qualcosa di addirittura più complesso, come dicevamo, c’è. Ed è una sfida - a voler usare un termine forse un po’ esagerato - addirittura culturale".
Il riferimento è alla tradizione degli allenatori vincenti in bianconero: "Sembra quasi che la Juve abbia nel suo dna, nel suo modo di essere, una caratteristica mai sconfessata. Quella di aver dato il meglio di sé con allenatori che hanno rappresentato un calcio, chiamiamolo così, istituzionale. Fatto di grande concentrazione, grande attenzione, grande concretezza, in cui trapiantare i calciatori di qualità che hanno attraversato la sua storia. I tecnici vincenti degli ultimi cinquant’anni hanno infatti un tratto comune: ambasciatori, naturalmente con qualche sfumatura, dello stesso modo di pensare".
Da qui la sfida dell'allenatore arrivato dal Bologna con il tarlo del gioco per arrivare al risultato. Spiega Vocalelli: "Ecco il nuovo tentativo di affermare - con Thiago Motta - una “nuova” Juve. Più divertente, con il gioco al centro del progetto, in contraddizione con quel dna che ha contraddistinto le gestioni di Trapattoni e dei suoi seguaci. E’ questa la partita, ancora più importante - e sembra quasi un paradosso - che ricomincerà con Inter-Juve".
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