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Walker: “Inter arrivata in finale, va considerata una grande squadra. Abbiamo grande chance”

Il difensore del Manchester City, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della finale di sabato con l'Inter

Il difensore del Manchester City Kyle Walker, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della finale di sabato con l'Inter, ricordando anche l'ultima finale persa dai Citizens:

“Ricordo uscire dal campo e vedere la coppa lì, rendersi conto che era davvero reale. E poi perdere, e dover andare nel ritiro dell’Inghilterra e fare i complimenti ai giocatori del Chelsea, che ci avevano battuto ma che erano diventati miei compagni nella preparazione all’Europeo”.

Kyle, siete a 90’ dal sogno. E dal provare a vincere la Champions.

“Penso che nessuna grande squadra vinca al primo tentativo nel calcio. Ci arrivi attraverso i fallimenti, le quasi vittorie, nelle sconfitte dure da digerire. Vale per questa squadra ma anche per l’Inghilterra, dove spero dietro l’angolo delle ultime delusioni ci sia qualcosa di più grande. Penso che tutte le squadre che vincano debbano arrivarci superando delusioni e fallimenti, che diventano la spinta decisiva per arrivare al successo”.

Cosa significherebbe per il City vincere la Champions?

“Non cambia quello che la squadra ha fatto negli ultimi anni, non sarà la vittoria che definisce cosa siamo stati. Di sicuro, vincere aiuterebbe a metterci nella discussione delle migliori squadre di Premier di tutti i tempi. Non vinci 5 campionati in sei anni se non sei una grande squadra: noi sappiamo di esserlo, ma anche che per essere riconosciuti a livello globale come una delle migliori dobbiamo vincere la Champions. Il Manchester United del 1999 lo ha fatto, il Liverpool lo ha fatto. Se vogliamo essere in questa conversazione dobbiamo vincerla anche noi”.


Inter permettendo, ovviamente?

“L’Inter è arrivata in finale e va considerata una grande squadra. Ma noi sappiamo di avere una grande chance, di avere una seconda opportunità con Pep e la gran parte di questo gruppo. E dobbiamo ripartire dalla consapevolezza di quello che abbiamo sbagliato due anni fa col Chelsea. Sappiamo bene che non vinceremo semplicemente presentandoci in campo. Avremo davanti una grande squadra”.

Come si affronta lo stress di una finale?

“Ho 33 anni, non divento più nervoso. Sento l’eccitazione, un po’ di tensione positiva che se sai incanalare nel modo giusto ti aiuta a giocare meglio. Ma c’è un’altra cosa che non mi piace di questa finale”

Cioè?

“L’orario. Io odio le partite serali, dipendesse da me giocherei solo alle 3 del pomeriggio. Alle partite di sera hai tutto il giorno per pensarci e devi trovare il modo di prepararti nel modo giusto. A livello di nutrizione, di come ti muovi in hotel, ma soprattutto a livello mentale per arrivare pronto alla partita. Io vorrei tanto poter anticipare il calcio d’inizio, ma so di non poterlo fare. Allora faccio un riposino, anche se poi non dormo prima delle partite”.