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Da Wembley a Wembley, Mancini finalmente esulta. Le lacrime col fratello Vialli

Da Wembley a Wembley, Mancini finalmente esulta. Le lacrime col fratello Vialli - immagine 1

Il ct della Nazionale ha trionfato dove anni fa aveva perso con la sua Sampdoria sempre insieme a Luca Vialli

Andrea Della Sala

L'Italia ha vinto l'Europeo. Gli azzurri hanno schiantato l'Inghilterra in casa sua battendola ai calci di rigore dopo una partita a lungo controllata. L'artefice di questa grande impresa è sicuramente Roberto Mancini. Il ct ha preso una Nazionale allo sbando, fuori dal Mondiale, e l'ha portata nel giro di tre anni sul tetto d'Europa.

"In una notte, una sola, Roberto Mancini ha rimesso a posto un sacco di conti che aveva in sospeso, un po’ con se stesso e molto con il destino: ha dovuto violare il tempio tre volte per riuscirci, ma quello con Wembley era il credito più importante da riscuotere. Una storia vecchia 29 anni, niente a che fare con i 53 dell’ultimo Europeo celebrato dalla Nazionale, ma era una ferita che neanche il tempo, e il suo essere così diverso da allora, avevano medicato fino in fondo. Ventinove anni fa, non lo stesso prato ma lo stesso stadio con un nome che sa di storia, e pure allora era assieme a Gianluca Vialli: fratello in quella notte cattiva sporcata dal Barcellona e dal sibilo di un tiro di Ronald Koeman, dove erano scolorite bandiere blucerchiate; e fratello ieri in un abbraccio rivestito da tutte le bandiere tricolori d’Italia, di Londra, del mondo. Per quello si stringono così forte, come hanno fatto per un mese e anche di più", racconta La Gazzetta dello Sport.

Da Wembley a Wembley, Mancini finalmente esulta. Le lacrime col fratello Vialli- immagine 2

"L’aveva confessato sabato: 35 anni fa l’Europeo Under 21, 31 anni fa il Mondiale in Italia che aveva guardato sempre sprofondato in panchina, il senso amaro di un azzurro sempre ingeneroso, con lui. Voleva con tutte le sue forze restituire con gli interessi quello che gli era stato negato ed è stato un cammino lungo tre anni, iniziato in equilibrio sul ciglio di una voragine, lo sprofondo lasciato dalla nostra Apocalisse mondiale, che il pensare dove, e come, eravamo, dà sì un senso di vertigini. A molti la sua visione sembrò, ed è sembrata fino a poco tempo fa, utopia: ora nessuno potrà parlare più di troppi elogi spalmati sulla pelle di questa squadra, troppa autostima alimentata, troppa fiducia nel proprio calcio. Ora che si è intravista non solo all’orizzonte l’immagine dell’Italia che potrà essere fra un anno e mezzo, in perfetta proiezione Mondiale. La sua seconda missione: a fine agosto non gli resterà che rimettersi in cammino un’altra volta, verso il traguardo Nations League, e soprattutto la destinazione Qatar impostata nel navigatore", aggiunge il quotidiano

 

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