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West: “Inter da scudetto, Moses farà la differenza. Moratti unico, le cose successe nel ’98…”

L'ex terzino dell'Inter ha parlato a La Gazzetta dello Sport

Matteo Pifferi

Lunga intervista de La Gazzetta dello Sport a Taribo West. L'ex esterno dell'Inter ha parlato di Moses ma anche di Scudetto per i nerazzurri.

West, ha visto? Moses è arrivato a Milano.

«Ma non gioca nel Fener?».

No, l’ha appena preso l’Inter.

«Scherzavo! Ci è cascato, vero? (Se la ride, ndr). Anche da qui seguo la squadra quasi tutte le settimane. E do un’occhiata al mercato: il club sta costruendo una squadra forte. Moses serviva, potrà fare la differenza».

Cosa porterà?

«Esperienza e mentalità: ha indossato maglie pesanti e vinto al Chelsea, con Conte. L’ha voluto, non è un caso. Inoltre, a livello tecnico, non è l’ultimo arrivato: ha un buon piede, è veloce e segna. Il suo acquisto è una bella notizia per la Nigeria e il continente africano in generale».

Lo scudetto è possibile?

«Certo. E non lo dico semplicemente da tifoso, ci credo veramente. L’1-1 di Lecce è stato un incidente di percorso, la stagione rimane super. Peccato per la Champions, ma c’è l’Europa League: bisogna essere convinti di poter replicare la nostra vittoria a Parigi, nel ‘98».

In Serie A, la Juve è già a +4.

«E quindi? Non è imbattibile, rispetto al passato ha perso qualcosa. Il gap si è ridotto».

CR7, però, è determinante.

«Il miglior West avrebbe fermato lui e Messi! Scherzi a parte, Cristiano è un campione assoluto, ma il più forte che abbia mai visto su un campo di calcio resta il Fenomeno brasiliano».

Meglio Lukaku o Icardi?

«Mmm...», ci pensa. «Bella domanda. Forti entrambi, ma scelgo Romelu: calciatore internazionale, in carriera ha segnato una valanga di gol. Può essere decisivo per il titolo».

I suoi ricordi di Milano.

«Il periodo più bello, chi se lo dimentica... Voglio salutare i tifosi: alcuni non hanno digerito il mio passaggio al Milan, ma l’Inter è nel cuore. E poi ho conosciuto persone speciali».

Due, soprattutto.

«Moratti, uomo straordinario. Anzi, unico. E Simoni, al quale mando un grosso abbraccio. Forza mister, ti aspettiamo!».

A Lippi cosa vorrebbe dire?

«Nulla in particolare, voglio bene anche a lui».

C’è qualche rammarico?

«Non essere diventato campione d’Italia: se non fossero successe certe cose, forse nel ’98 avremmo vinto noi...».

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