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L’ex blaugrana Xavi Hernandez, ora emigrato in Qatar all’Al-Sadd, non ha avuto parole d’elogio nei confronti di Diego Pablo Simeone e del suo Atletico Madrid. Intervistato da Jorge Valdano per il programma 'Universo Valdano' di BeIN Sports, Xavi ha espresso diversi pareri - piuttosto decisi - sui temi proposti dalla trasmissione. Tra questi, il pensiero su Simeone: "Ha una leadership che fa impressione. L'Atletico gioca un suo stile di calcio ma per me una grande squadra come il Barcellona o il Real Madrid non dovrebbe avere quello stile di gioco, ossia non può giocare come l'Atletico Madrid. Io non mi diverto a vedere gente che si chiude e si difende. Il Mondiale lo abbiamo vinto vincendo 0-1, 1-0, 0-1… ma giocando bene a calcio. Il suo grande merito è che contrasta alla perfezione le qualità della squadra avversaria".
Oltre a quest’idea sul cosiddetto 'cholismo', Xavi ha tirato una frecciatina a Mourinho sul’addio di Casillas al Real Madrid: "Iker Casillas è stato è stato incompreso e frainteso nel Real Madrid. Inclusa la famosa chiamata che ha fatto per il bene di tutti (a Pujol e allo stesso Xavi per il bene della Nazionale spagnola dopo la ‘guerra de Clasicos’ tra Real e Barcellona, ndr). Quella chiamata è stata mal interpretata dal madridismo, o per meglio dire dal "mourinhismo".
Infine, Xavi ha detto la sua sull’attuale Barça, spendendo parole per Guardiola, Cruyff e Messi: "Gioco del Barça? I tifosi del Barça non possono comprendere un altro tipo di gioco, al di fuori di un gioco da protagonisti che crei 15-20 occasioni da gol a partita. La gente non capirebbe altro. Per me, questo gioco non è negoziabile. Liga? Il Barcellona si era visto già campione osservando la differenza di punto che aveva con il Real Madrid. Cristiano e Messi? A livello fisico sono perfetti, ma in quanto a gioco di squadra e dribbling, Messi è molto superiore. Leo è un bravo ragazzo, è onesto, non ti inganna, è gentile, è professionale e non vuole perdere. E’ malato di calcio, quando non può giocare è molto triste. Io ho sempre voluto giocare a calcio, a volte litigavo con Pep, che è un maestro per me: mi chiedeva di riposarmi e io volevo giocare. Cruyff? E’ il padre di tutto, il patriarca di questa filosofia, il DNA del Barça".
(Marca)
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