Xavi, che ha annunciato a fine stagione l'addio alla panchina del Barcellona, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a tale decisione
Intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Liga contro l'Osasuna, Xavi, che ha annunciato a fine stagione l'addio alla panchina del Barcellona, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a tale decisione:
"Sinceramente non penso che sia stato dato il giusto valore al nostro lavoro, o almeno questa è la mia sensazione, e la cosa ha finito per logorarmi. Qui non si tratta di resistere o meno alla pressione: siamo arrivati in uno dei momenti più complicati della storia del club e abbiamo vinto una Liga con 14 punti di vantaggio. Però puoi fare o dire quello che vuoi, il lavoro non viene tenuto nella giusta considerazione, sembra che vogliano convincerti che non vali nulla.
Mi dispiace dirlo, ma ripeto, è così che sento le cose: allenare il Barcellona diventa spiacevole. Ti fanno sentire come se non valessi nulla. Ne avevo parlato con Pep (Guardiola, ndr) e me l’aveva detto. È successo lo stesso con Valverde, e anche Luis Enrique l’ho visto soffrire. La cosa deve farci riflettere, abbiamo un problema con l’esigenza che accompagna la posizione di allenatore del Barça. Sembra che ti giochi la vita ad ogni partita, e per questo dico che è un mestiere crudele, non te lo godi.
Io sarò sempre a disposizione per ciò di cui ha bisogno il club. Non escludo di tornare un giorno, ma ora il club non ha bisogno di me. Questa dell’addio è una decisione che avevo già preso, e che ho iniziato a prendere in considerazione già a inizio stagione. Ripeto, non si dà valore al lavoro".