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Yamal-Dimarco, sfida elettrica. Il nerazzurro non dovrà solo difendere, occhio a Carvajal

Yamal-Dimarco, sfida elettrica. Il nerazzurro non dovrà solo difendere, occhio a Carvajal - immagine 1
L'esterno nerazzurro dovrà vedersela col giovane laterale della Spagna. Dimarco dovrà cercare di contenerle e di spingere
Andrea Della Sala Redattore 

Domani si gioca il big match tra Italia e Spagna. Gara importante visto che entrambe le squadra hanno vinto la partita d'esordio. Una delle sfide nella sfida sarà quella tra il giovanissimo Lamine Yamal e Dimarco.

"Lamine Yamal-Federico Dimarco è un incrocio mancino, come lo scherzo che ognuno dei due può fare, in qualunque momento. L’azzurro è atteso da una di quelle serate che piacciono a lui: elettriche. Perché alle spalle di Yamal, arrivando da dietro, frequenterà quella fascia anche Carvajal, uno che è annunciato in discrete (eufemismo) condizioni di forma. Dimarco sa difendere, ma non sa limitarsi a farlo, e non dovrà. Piede da trequartista, gamba e corsa da quattrocentista, a Spalletti deve garantire tempi giusti e precisione tecnica: sul corto per la prima fase della costruzione dal basso, l’uscita da dietro; sul lungo per aprire il campo più rapidamente", analizza La Gazzetta dello Sport.


Yamal-Dimarco, sfida elettrica. Il nerazzurro non dovrà solo difendere, occhio a Carvajal- immagine 2

"Dunque serviranno anche il suo saper essere una freccia, le sue sovrapposizioni e i suoi inserimenti senza palla, per far scattare in avanti la squadra, offrendo un’opzione in profondità o in ampiezza. Nell’interpretazione del ruolo Dimarco ha trovato una disciplina non richiesta ai 16 anni di Yamal, alla magia del suo piede: tecnica pura. Esterno che parte da destra per rientrare sul suo piede, è un fabbricante di pericoli, di superiorità numerica. Spagnolo atipico, a volte in barba al concetto di calcio relazionale, spesso all’idea del rispetto delle posizioni. Ma è ciò che gli chiede, entro certi limiti, De La Fuente: lasciare liberi i suoi scatti, i suoi cambi di direzione, i suoi dribbling. Ne completa in media tre a partita, con una percentuale positiva che si avvicina al’80%. Più che segnare, gli viene bene far segnare: in questo è (ancora) meno cattivo di Dimarco", aggiunge il quotidiano.

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