L'Inter potrebbe aver risolto il problema esterni. Young è sempre più vicino e presto Conte potrebbe avere l'alternativa di cui ha bisogno sulle corsie laterali.
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Testardo come piace a Conte, gioca su due fasce e sa vincere: ecco Ashley Young
L'esterno dello United è sempre più vicino all'Inter, rinforzo voluto dal tecnico Conte che già lo seguiva nel 2017 ai tempi del Chelsea
TESTARDO - "Ashley Young è un testardo. La cosa non può che piacere ad Antonio Conte. L’inglese, 34 anni, quando si mette in testa una cosa difficilmente cambia progetti, anche se la vita sembra mandare segnali contrari. Primo esempio, calcistico: anno 2001, settore giovanile del Watford. Ashley è lì da sei, sognando di diventare il nuovo Ian Wright. Fa l’attaccante, tifa Arsenal e ha nel bomber di famiglia giamaicana (come lui) il suo idolo. Comunque, quando si arriva a sedici anni, all’Academy del Watford bisogna passare un taglio: una parte dei ragazzi può continuare a giocare e studiare a spese del club, gli altri vengono salutati e liberati. Young è nel secondo gruppo (lui dirà «Solo perché ero troppo basso»). Ne fa una malattia, non si arrende, insiste ed ottiene di potersi allenare con gli altri, due volte alla settimana, per migliorarsi. Nessuna promessa, anzi un consiglio, un colloquio con un consulente del lavoro per costruirsi un futuro alternativo: «Che lavoro ti piacerebbe fare, Ashley?» «Il calciatore» «Lo so, ma se non funziona?» «Funzionerà». In effetti, due anni dopo il taglio debutta in prima squadra, in First Division, terza serie inglese. Col Watford salirà da lì fino alla Premier, prima dell’Aston Villa e del Manchester United. Non è l’unico esempio di testardaggine, e il secondo è più personale. Siamo nel 2011, a due giorni dal matrimonio programmato con Nicky Pike, fidanzata dai tempi della scuola. È una cerimonia da 200mila sterline, dicono i tabloid, ma a 48 ore dal sì viene annullata. Né lui né Nicky spiegheranno mai i motivi, ma anche qui Ashley non si arrende. Quattro anni dopo le nozze si fanno, oggi la coppia ha due figli", racconta La Gazzetta dello Sport.
DOPPIO RUOLO - "Non cambia facilmente idea, ma ruolo sì. Nato attaccante, trasformato presto in ala destra e schierato a volte a sinistra (e molto contestato dagli avversari per una certa tendenza a cadere in area), quando Van Gaal gli chiede di trasformarsi in terzino acconsente. Mourinho lo conferma nel ruolo e forse ne affina le capacità difensive, al tempo stesso Southgate nell’Inghilterra gli fa scoprire le possibilità del 3-5-2: gioca a tutta fascia il Mondiale russo, contribuendo a far credere a lungo ai sudditi di Sua Maestà che il football sia “coming home”. E’ destro di piede, ma da sinistra arriva tranquillamente al cross: con i Giovani Leoni in Russia fa un po’ la chioccia, facendo pesare i nove anni e sette trofei allo United e le 39 partite in nazionale, iniziate nel 2007 quando era da sei mesi al West Ham. Finirà il Mondiale 2018 nella squadra tipo della Fifa: insomma, il miglior laterale sinistro del torneo".
VITTORIA - "Conosce il ruolo, ha esperienza da vendere e cultura della vittoria appresa da un santone come Sir Alex Ferguson. I sedici anni di onorata carriera ne hanno fatto il secondo sportivo più noto di Stevenage, città da 80 mila abitanti che però ha dato anche i natali a Lewis Hamilton, anche lui del 1985 e iscritto alla stessa scuole superiore di Ashley. Hamilton non si supera, e forse per questo Cole ne parla non troppo volentieri («Abbiamo qualche amico in comune»). La lunga militanza con i Red Devils gli è valsa, in estate, la fascia di capitano, vestita almeno fino a inizio novembre, quando ancora era titolare fisso. Poi Solskjaer ha preso altre strade (Shaw, Wan Bissaka) e lui ha giocato poco. E così probabilmente si è convinto che fosse il momento di cambiare aria. E quando si mette in testa qualcosa...", chiude il quotidiano
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