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In carriera ha allenato Milan e Inter. In rossonero ha conquistato uno scudetto nel 1999 mentre tre anni più tardi ha portato i nerazzurri in Champions League. Alberto Zaccheroni conosce bene la Milano del calcio. L'ex tecnico ha rilasciato un'intervista ai microfoni del quotidiano Libero:
Come hanno vissuto la vigilia, secondo la sua esperienza, Milan e Inter?
"Cercando di non pensare alla partita anche se è oggettivamente molto difficile. L’allenatore ha soltanto un compito dopo aver esaminato i possibili pericoli della gara imminente: deve stemperare, parlare d’altro, scherzare. Se carica troppo i giocatori rischia di sgonfiarli, di ottenere il risultato opposto".
Dicasi braccino del tennista?
"Esatto. L’importante è avere due o tre leader solidi ed esperti nello spogliatoio come potevano essere Maldini o Costacurta nel mio Milan campione nel 1999. Gente che sappia cosa fare al momento giusto".
Pioli chi ha, come leader?
"Facile: Ibra, anche se non gioca lo svedese resta il braccio armato di Pioli. Ha il compito essenziale di supportare i tanti compagni che non hanno ancora vinto niente. E non scordiamoci una cosa: neppure Pioli ha ancora conquistato qualcosa di importante".
Anche Inzaghi è vergine di scudetti...
"Non i suoi giocatori. Sanno come si fa e pensano soltanto battere la Sampdoria. Però, non me ne vogliano, quest’anno il titolo se lo merita il Milan, sarebbe un trionfo inatteso, molti non davano un centesimo alla squadra di Pioli, le favorite dei sapientoni erano altre".
E invece...
"Invece si trova meritatamente lì, a un passo dal trionfo, con due risultati su tre a disposizione. Anche se non giocherà per un pareggio ma per vincere".
Il Sassuolo ha già battuto, in questa stagione, sia Milan che Inter. Possibilità che tenda un agguato?
"Berardi può essere la variabile impazzita, ha già segnato caterve di gol al Milan in carriera ma penso che le motivazioni siano tutte dalla parte dei rossoneri. Per troppi giocatori questa resta l’occasione della vita".
Pioli insisterà sul centrocampo a tre con Kessie, Tonali e Kurtic trequartista?
"Il gioco dei rossoneri è cambiato dall’inizio della stagione. Tutti citano Leao, Maignan, Hernandez, anche giustamente, ma in queste ultime partite la vera forza della squadra è il centrocampo. Pioli vuole colpire centralmente, meno sulle fasce dove le squadre avversarie hanno preso le misure".
L’Inter non conosce la parola arrendersi, però...
"Ha fatto una buona stagione, però il Milan l’ha fatta migliore. Il ko assurdo di Bologna e i 7 punti in 7 partite a inizio anno sono stati fattori determinanti. Ma alla fine, se sono due punti indietro, lì iniziano i meriti dei rossoneri".
I maligni sostengono: ci fosse stato Conte, sarebbe già andato in onda un bis tricolore dell’Inter...
"Questo no, Conte non aveva di fronte un Milan così motivato, fresco e, soprattutto, cresciuto in maniera esponenziale nel finale di stagione".
È tornato Maldini al Milan e le cose stanno andando sempre meglio. Un caso?
"Affatto. Conosco Paolo, so chi è, un grandissimo. Uno rispettoso del lavoro di tutti che, alla fine, dà sempre un generoso apporto di idee e qualità. Mi chiedo perché è stato tenuto fuori dal club per anni".
Per entrambe le contendenti San Siro è stato il dodicesimo giocatore per tutto l’anno. Ma vogliono abbatterlo. Non è una follia?
"Ci sono motivazioni economiche alla base. La storia e la gloria di quello stadio non li puoi mettere a bilancio. Certo che quando entri in un San Siro stracolmo come era nelle ultime partite del Milan, beh ti viene la pelle d’oca".
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