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Zamora: “Real Sociedad a San Siro per vincere. All’andata a cambiare la partita fu…”

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Zamora ricorda anche l'incrocio con l'Inter nel 1979-1980: "Credo che con le regole di oggi, la partita sarebbe terminata 5 contro 5"
Matteo Pifferi Redattore 

Jesus Maria Zamora, storica bandiera della Real Sociedad, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport nel corso della quale ha parlato della sfida di domani con l'Inter, che vale il primo posto nel girone:

«Fin dal sorteggio, pensavo che i nerazzurri fossero i favoriti del girone. Ora la lotta per il primato dipende dall’ultimo incontro. All’andata la Real Sociedad ha dato il 200 per cento, credo che l’Inter avesse approcciato la gara con la convinzione di essere più forte, che prima o dopo sarebbe passata in vantaggio, ma siamo stati noi a farlo. Ora mi aspetto un match diverso. L’Inter non scenderà mai in campo rilassata. Teoricamente i nerazzurri sono superiori, per esperienza, prestigio, nomi. Dovranno dare il massimo per battere la Real Sociedad, sarà una partita combattuta».


Ai baschi basterebbe un pareggio per restare primi

«Si fidi, con la mentalità di oggi la Real Sociedad vorrà vincere a San Siro, non pareggiare. Puntano al primo posto: significherebbe avere un ottavo più morbido. La squadra sta giocando bene in Liga, ma credo si sia espressa meglio in Champions. Concludere il girone davanti all’Inter, sarebbe prestigioso per il club».

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Qual è il calciatore dell’Inter che le piace di più?

«Thuram. A San Sebastian ha cambiato la partita. Ho visto svariate gare dei nerazzurri, il francese è potente, veloce, determinante, sa segnare».

Potranno “tremare le gambe” ai giocatori della Real Sociedad a San Siro?

«Può succedere, però ora la squadra ha acquisito esperienza con la partecipazione alle scorse edizioni dell’Europa League. San Siro è un campo storico, di tradizione. Ma resto convinto che la Real Sociedad non cambi il suo modo di giocare. Faranno pressione alta, non si snatureranno, giocheranno con la stessa idea di sempre».

Quale giocatore può far male all’Inter?

«Credo sia il modo di giocare della squadra, non tanto la prestazione del singolo, ad essere fondamentale. Non abbiamo un calciatore che si distacca dagli altri, ma più giocatori che insieme fanno la differenza. Con lo spirito, la coscienza e il nostro dna possiamo fare bene».

Nel 1979-80 lei affrontò i nerazzurri. A San Siro finì 3-0 per i nerazzurri, in gol con Muraro, Baresi e Marini, al ritorno sfioraste l’impresa vincendo 2-0 grazie ai due gol di Satrustegui.

«Quelle partite furono tremende, tremende (ride, ndr). Credo che con le regole di oggi, la partita sarebbe terminata 5 contro 5. Credevamo davvero di poter eliminare l’Inter. E quando mancavano pochi minuti al termine della gara, non ci fischiarono un rigore chiarissimo. Sarebbe cambiata l’eliminatoria. Peccato. Le dico però che quella partita rappresenta forse, sia per noi giocatori, che per i nostri tifosi, l’orgoglio massimo di un match calcistico. Tutti ricordano ancora quella gara».

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