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Zamorano: “Ho scelto l’Inter quando ho conosciuto Moratti. Lautaro è un guerriero. Ronaldo…”
-Cominciamo dalla domanda chi è Iván Zamorano?
Non mi piace parlare tanto di me, ma se c'è una parola che mi descrive la parola è guerriero. Non solo nel calcio ma anche nella vita. La mia vita è stata una lotta costante. Mi sembra che la mia vita giri attorno al reinventarsi e per questo se c'è una parola quella è guerriero. Quanti sacrifici? È difficile perché il mio compagno o la persona che mi ha trasmesso l'amore per il calcio è stato mio papà e l'ho perso a 13 anni. Ma non ho perso il buon proposito di giocare a calcio. A venti anni è iniziata la mia carriera a partire dalla Svizzera, mi aveva acquistato il Bologna e mi aveva mandato in prestito lì, non nel calcio professionista, poi il Siviglia. Poi sono approdato al Real Madrid, erano già quattro anni che segnavo in Europa. C'è un prima e un dopo nell'arrivare al Real. Poi il passo importante verso l'Inter, sono stati cinque anni bellissimi. Poi volevo avvicinarmi a casa e sono andato in Messico.
-Come era il Cile negli anni in cui crescevi da calciatore?
Era un Cile difficile, ma l'amore per il calcio è stato più forte di tutto. Molta disciplina, sforzo, perseveranza. Queste parole mi hanno accompagnato in tutta la carriera. Il salto al professionismo? A 17 anni avevo finito la scuola e ho pensato di sfruttare la mia opportunità. Mia mamma mi ha detto che quell'opportunità sarebbe arrivata o che altrimenti sarei andato in università. Ma è arrivata quella chance ed è iniziata la mia carriera. Ero giovane ma da lì è iniziata la mia carriera ascendente, veloce e passionale. Con tutta la grinta, anche mentale per andare avanti.
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