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Zamorano: “Ho scelto l’Inter quando ho conosciuto Moratti. Lautaro è un guerriero. Ronaldo…”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

-Quali erano le tue aspettative all'arrivo in Italia? 

La decisione l'ho presa quando ho conosciuto Moratti. L'Inter era un grande club e dopo il Real era difficile trovare una squadra che poteva rendermi tanto felice. Ma quando ho conosciuto Moratti e la sua storia col club, la storia del club, come squadra, credo di non aver sbagliato. Sono arrivato in una società che si assimila molto alla mia vita, alla mia ispirazione, la mia progressione con il calcio. Comunque mi sembra di esserci stato tutta la vita all'Inter perché è una squadra sofferta come tutta la mia carriera. 

-Che ruolo ha avuto Milano?

È stato un impatto forte dal punto di vista calcistico. L'Inter per vincere deve fare molto sforzo per vincere qualcosa. La responsabilità di venire dal Real era grande e da un punto di vista personale è stata una città che mi ha fatto andare avanti da un punto di vista personale: moda, vestiti, non solo. Sono cresciuto anche come essere umano. 

-Il tuo rapporto con i tifosi dell'Inter? 

Dal primo giorno che sono arrivato a Milano hanno capito il mio stile di gioco e c'era uno striscione 'zamo-rambo'. I tifosi sapevano dire che mi amavano, che ero un guerriero e per me c'è sempre lo stesso affetto a Milano. Sempre che non sono andato mai via da Milano. Il mio cuore è a metà nerazzurro e l'uno più otto è stata una delle più vendute nel calcio italiano e per l'Inter. L'amore per l'Inter per me è grande. 

-La rivalità sportiva in campo con Ronaldo? 

La rivalità veniva preceduta dal rapporto come squadra. Quella squadra aveva tanti sudamericani, da Zanetti a Recoba, Ze Elias, Simeone, Rivas. Il mio rapporto con Ronnie è stato bellissimo. Voleva il 9 e lui era il Fenomeno, non è stato uno sforzo darglielo. Gliel'ho dato con amore. Per me è il miglior calciatore con cui ho giocato, il migliore 9 della storia del calcio. Ho imparato a giocare insieme a lui, lui era così grande che serviva uno sforzo per giocare con lui. E insieme a lui sono cresciuto tanto come calciatore. 

-La vittoria in Coppa Uefa...

Il ricordo più bello che ho con l'Inter, avevamo perso contro lo Schalke04 l'edizione precedente. Ma il calcio dà sempre una rivincita e il secondo anno siamo arrivati in finale con la Lazio a Parigi, è stata una serata fantastica. Primo gol mio, poi Zanetti e gol di Ronaldo. La serata più bella con l'Inter. Vincere un titolo internazionale, la soddisfazione di Moratti, una serata che porto sempre nel cuore. 

-Nel cuore c'è anche Gigi Simoni... 

Una persona straordinaria. Abbiamo una chat con l'Inter di quell'anno, c'è sempre il ricordo di Gigi. Per noi è stato non solo un allenatore ma anche un papà, ognuno ha un ricordo speciale con lui. Aveva un carattere bellissimo e lo ricordiamo sempre, è stato molto importante.

-L'1+8...

Era arrivato il miglior giocatore al mondo, il 9 per me era suo. E nel calcio devi inventarti. Mazzola mi ha dato un'idea di dare due numeri che si potevano sommare e la somma poteva fare due numeri. Ma non si immaginava ci mettessi il più, ne ho parlato con Moratti. Lui ha parlato con la Federazione e la prima volta col magazziniere mettevamo l'adesivo. Poi è stata l'azienda a mettere direttamente il numero. 

-Il rapporto con il Cholo...

È un vincente. È stato importante per l'Inter; in una squadra c'è bisogno di giocatori così. È veramente un uomo di calcio, aveva il sangue agli occhi ed è stato un uomo importante. Ora siamo amici, parliamo sempre, è un uomo che sicuramente un giorno allenerà l'Inter. 

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