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Zamparini: “Inter dovrebbe stare tra le prime tre. Dybala? Prima rinnova, poi sparo…”

Francesco Parrone

Intervistato da La Repubblica, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, ha parlato della sfida contro l’ Inter e delle voci di mercato sui suoi talenti Dybala e Vazquez: Presidente Zamparini, domani il suo Palermo va a Milano con...

Intervistato da La Repubblica, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, ha parlato della sfida contro l' Inter e delle voci di mercato sui suoi talenti Dybala e Vazquez:

Presidente Zamparini, domani il suo Palermo va a Milano con quattro punti di vantaggio sull’Inter. Il mondo del calcio si è capovolto? «Diciamo che noi siamo nella nostra posizione, quella che invece è strana è la posizione dell’Inter. I nerazzurri hanno fatto tanti cambiamenti, sono un cantiere aperto e non si può focalizzare la classifica adesso. Per fatturato e giocatori l’Inter dovrebbe occupare i primi tre posti insieme a Juve e Milan».

Invece anche il Milan è un punto sotto al Palermo.«Ma non è questa la regola. Semmai è l’eccezione. Quando ero molto più giovane la Juve era sotto metà classifica. Lo stesso Milan, prima di Berlusconi, non andava certo bene, la Lazio era in B, il Napoli in C. Il calcio è fatto di cicli».

E il Palermo?«Questo Palermo mi ricorda tanto quello di Guidolin. Anche allora eravamo una neo promossa».

Con Guidolin, dopo la serie B, il Palermo ha raggiunto l’Europa. Può farcela anche il Palermo di Iachini? «Se ci sorregge la buona sorte penso di sì. Ma a San Siro rischiamo di andare senza i terzini titolari. Andelkovic è squalificato, Vitiello infortunato e quell’incosciente di Muñoz ha preferito la Sampdoria al Palermo e mi sto ancora chiedendo perché. Comunque sono sicuro che la mia squadra potrà competere con Fiorentina e Lazio e che arriveremo davanti a Genoa e Samp».

Dica la verità, è stato difficile non esonerare Iachini? «Se avessi ascoltato i miei consiglieri lo avrei cacciato. Invece ho fatto il bravo. Ho fatto la mia analisi e questa analisi alla fine mi ha dato ragione. Con Iachini sono amico da una vita. Ci sentiamo ogni giorno e con lui ho un rapporto che non ho mai avuto con gli altri tecnici».

La pazienza che non ha con gli allenatori probabilmente lei l’ha con i calciatori. È riuscito ad aspettare Cavani, Pastore e adesso Dybala e Vazquez. «Vorrà dire che in Italia sono il presidente che ne capisce più di calcio. Ho l’occhio per distinguere i giocatori. In questi giorni un mio osservatore riparte per l’Argentina. A giugno voglio i migliori quattro giovani tra i diciotto e i diciannove anni».

Non dica che non ha mai sbagliato? «Bisogna rischiare. Soprattutto coi giovani. In passato ho pagato Joao Pedro 3,5 milioni. Lui oggi gioca nel Cagliari, da noi non faceva nemmeno la panchina. Ho preso Sosa per 2 milioni e non giocava nemmeno nella Primavera. Il problema è che quando mi fido degli altri sbaglio, quando faccio di testa mia prendo i giocatori buoni».

Ha già trovato il nuovo Dybala?«Dybala è unico. Ne abbiamo un paio sott’occhio. Giocatori bravi ne nascono sempre. Bisogna avere la fortuna e la bravura di saperli prendere».

E magari spendere 12 milioni per Dybala. Un azzardo?«Mi sto divertendo da matti perché allora mi davano tutti dello scemo. Alle volte sapere aspettare sulla riva del fiume conviene».

Quanto vale oggi Dybala?«Se lo dico adesso non rinnova il contratto. Prima la firma, poi sparo»

E Vazquez? «Lui è la sorpresa più lieta. Lo prese Sogliano e io diedi l’ok dopo averlo visto in un video. Il guaio che i nostri allenatori quando arrivano giocatori di questo tipo non li capiscono subito. Guidolin non convocava nemmeno Cavani e dovetti minacciarlo di esonero per farlo giocare. Quando Pastore arrivò tutti facevano le battute perché con Tedesco a centrocampo formava la coppia Pastore Tedesco. I compagni non gli passavano la palla per non fare vedere quanto fosse bravo. Alla fine però ho avuto ragione io».

Torniamo alla sfida di domenica con l’Inter. Secondo lei perché Thohir ha deciso di investire nel calcio italiano? «Perché il calcio italiano e quello europeo danno grande visibilità. Prima che Thohir diventasse presidente dell’Inter non lo conosceva nemmeno il portinaio di casa Berlusconi. Però guardo a Thohir e agli altri investitori stranieri con grande interesse. Ben vengano, in Italia non ci sono più soldi».

Sta cercando capitali stranieri anche lei? «Io li cerco da tempo. Sono in contatto con un gruppo russo che fa capo al presidente della federazione mondiale di scacchi. Stiamo facendo degli investimenti immobiliari. Spero che si possano interessare e capire la visibilità che il calcio può dare loro».