ultimora

Zanetti: “Sono stato sempre me stesso. Tifosi sempre nel mio cuore. La CL e i presidenti…”

Simona Castellano

Javier Zanetti, in occasione della proiezione del film-documentario dedicato alla sua vita e alla sua carriera, ha affrontato vari argomenti.  Queste le sue parole: “Ritorno in campo per la partita Expo, solo beneficenza. Ora mi diverto con...

Javier Zanetti, in occasione della proiezione del film-documentario dedicato alla sua vita e alla sua carriera, ha affrontato vari argomenti. 

Queste le sue parole: "Ritorno in campo per la partita Expo, solo beneficenza. Ora mi diverto con gli amici, anche in vacanza corro, vado in palestra. Mi piace, mi diverto. Film? Quando ho detto di sì non mi rendevo conto di tutta questa emozione, le testimonianza di chi deve venire a vedere questo film, l'affetto e l'amore dei tifosi non me lo aspettavo. Presidenti? Ringrazio Thohir per l'opportunità che mi ha dato di continuare a lavorare per l'Inter, ringrazio anche Moratti, per me il rapporto umano è molto importante. Facchetti è stato uno dei primi a farmi capire cosa voleva dire essere all'Inter. Passato? Giocavo all'inizio in Argentina per divertirmi, poi ho lavorato al fianco di mio padre, queste cose mi hanno insegnato tanto. Ora ho una famiglia bellissima, vorrei che i miei figli possano seguire la mia strada perché l'educazione dei miei genitori è stata fantastica e tutto quello che mi è successo è anche per merito loro. Ruolo capitano? Dipende dal carattere di ognuno, io sono sempre stato un capitanbo tranquillo, soprattutto nei momenti di difficoltà. I miei compagni mi hanno rispettato per il mio modo d'essere. A volte basta parlare poco per far capire le cose. I miei compagni mi hanno aiutato tantissimo, abbiamo costruito un gruppo forte non solo sul campo, ma anche a livello umano. Idoli? Sicuro mio padre, poi mi piaceva molto Matthäus. Difetti? Tanti, ma non si dicono. Problema fisico contro il Palermo? Sulle scale dello spogliatoio di Palermo mi sono sentito male, non respiravo e sono andato all'ospedale. Le infermiere volevano la maglia appena sono arrivato, ma io volevo prima essere curato. Sogno Nazionale? Da bambino sognavo di giocare in Nazionale almeno una partita, ne ho giocate più di 100, per me è stato un onore difendere il mio paese, per me era molto importante, è stata una generazione purtroppo che ha vinto poco, con la Nazionale maggiore sono mancate le vittorie, bisogna accettare le sconfitte quando ci sono nazionali più forti. Allenatore? Bisogna sentirlo dentro, fino ad ora non mi è scattato nulla, credo di no, in futuro non so. 4 maggio? Partita importante, ci saranno grandi campioni, il fine è benefico. Il ricavato della vendita dei biglietti andrà a varie associazioni di Milano che lavorano per le persone bisognose. Mi auguro che San Siro sia pieno e ho voglia di abbracciare ancora una volta i miei tifosi a distanza di un anno". 

A Inter Channel invece ha detto: "Sono riusciti a raccontarmi. Dopo che ho smesso ho avuto un'emozione dietro l'altra, la partita contro la Lazio, lo stadio pieno, poi la festa con la Curva. La gente mi dimostra sempre tanto affetto, non avevo mai pensato potesse essere una cosa così grande questo film. Ringrazio tutti i cinema. I tifosi interisti saranno sempre nel mio cuore, avranno un posto speciale. Io sono stato sempre me stesso, qualcuno mi ha accettato, qualcuno no, ma a me interessava essere me stesso. Rivedere le immagini di tutti i tifois alla finale di Champions è stato emozionante".