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È rimasto deluso da qualcuno, allora.
—«Nomi non ne faccio, le guerre mediatiche non mi piacciono. Ma alla Roma le cose potevano finire in modo diverso: provo un grande amore per i tifosi, i miei compagni, la squadra, la città, e loro nei miei confronti. È una delusione che ho provato. Io ho delle responsabilità, ma anche altre persone. Quando ci sono casini così vuol dire che tutti ci abbiamo messo del nostro. Ma del passato non voglio parlare, ora sono in Premier e penso al futuro».
Cosa ha imparato dal calcio?
—«Che il calcio non ha memoria. Inutile essere sulle nuvole se fai bene, ma pure abbattersi se sbagli una partita. È un’altalena: o sei un idolo o sei scarso. Conta altro nella vita: famiglia, amici, mio figlio, le persone con cui sei felice davvero».
(Repubblica)
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