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"Acerbi ha trentasei anni, non è più un ragazzino, ed è una persona intelligente e matura. Non merita di chiudere la carriera con una squalifica di questa portata e con questa motivazione: sono sicuro che in futuro farà qualcosa per evitare che altri calciatori o tifosi portino elementi di razzismo negli stadi e fuori. Il perdono - dice Paul Boese - non cambia il passato ma allarga il futuro".
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