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Zazzaroni: “L’AIA è un pollaio, Rocchi il meno responsabile. Spero che Le Iene…”

Zazzaroni: “L’AIA è un pollaio, Rocchi il meno responsabile. Spero che Le Iene…” - immagine 1
"Siamo tornati al trionfo della discrezionalità, della soggettività a pene di segugio, che alimenta polemiche il più delle volte motivate", dice Zazzaroni
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni ha analizzato così il tema relativo a ciò che sta succedendo nel mondo arbitrale:

"Se lasci che i lupi facciano la guardia al pollaio, ci saranno sicuramente cene a base di pollo, promette James St. James. In questo caso la figura del pollo la sta rimediando il designatore Gianluca Rocchi. Anche i lupi sono facilmente identificabili. Per questo mi auguro che le Iene portino ancora bene. E per portare veramente bene il servizio trasmesso martedì sera su Italia 1 - le accuse dell’Incappucciato - dovrebbe indurre federazione e Lega a cambiare atteggiamento, sostenendo disinteressatamente (...) il settore arbitrale e garantendogli un’autonomia sostanziale e non solo di facciata. In che modo? Ne conosco uno ed è il più efficace: con uomini in grado di trasmettere all’esterno il senso di unità e condivisione dei temi che da anni l’Aia non esprime più. E quindi dirigenti con capacità politiche e non solo tecniche. La figura del designatore, che è prettamente tecnica, non può finire sempre al centro di faide, di battaglie per il potere: chi prepara gli arbitri, dà loro le indicazioni e si occupa delle scelte dovrebbe poter reagire solo agli attacchi esterni"


Zazzaroni: “L’AIA è un pollaio, Rocchi il meno responsabile. Spero che Le Iene…”- immagine 2

"Gianluca Rocchi è, lo ripeto da tempo, il meno responsabile della disgraziatissima situazione che si è venuta a creare, anche se qualche colpa ce l’ha. Inoltre è persona perbene. Ma non basta essere competenti e perbene per navigare nelle acque agitate del nostro calcio e gestire una serie impressionante di sollecitazioni e pressioni. Quest’anno le cose stanno andando particolarmente male, pertanto non sono d’accordo col presidente Pacifici quando afferma che il bilancio stagionale - intendiamoci, provvisorio - è positivo. Ma capisco che non possa dire il contrario. Da agosto a oggi abbiamo assistito a decine di errori di interpretazione dei falli e di gestione della partita, per non parlare dei continui aggiustamenti del protocollo che generano una confusione intollerabile. Siamo tornati al trionfo della discrezionalità, della soggettività a pene di segugio, che alimenta polemiche il più delle volte motivate"

"L’Aia attuale andrebbe perciò ridisegnata partendo dall’individuazione di soggetti in grado di coesistere e pensarla allo stesso modo, almeno sulle cose importanti. In fondo, strappandomi queste parole dal cuore - non per banale, se non volgare polemica - vorrei che tutti gli accenti profondi e commossi esternati in ricordo di Gigi Riva e del calcio che fu suggerissero meditazione nel mondo dei direttori di gara. Questi, tradizionalmente titolari del ruolo più delicato, dovrebbero recuperare non solo la coscienza dei giudici, ma anche la relativa immagine di compostezza e autorevolezza. L’inevitabile compromesso con i modi e le mode del Business Time non devono riguardare gli arbitri anche se le loro giacchette non sono più nere ma multicolori. L’unica frivolezza consentita nel nome della televisione".

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