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"La gestione Elkann l’aveva ereditato, Allegri: c’era un contratto pesantissimo da onorare e almeno nei primi mesi la nuova dirigenza ha tentato di individuare il punto d’equilibrio per arrivare senza troppi danni alla fine della strada. Le cose però sono via via precipitate, i rapporti, già complicati, si sono logorati (anche per colpa di Allegri, per carità), qualche dispettuccio non è stato tollerato e la vicenda si è trascinata fino alla finale della coppa Italia dove Max ha presentato la miglior Juve della stagione e vinto, ma poi ha servito alla società l’occasione per farla finita"
"Nella lettera consegnata al tecnico sono elencati i 5 motivi che hanno indotto la proprietà ad anticipare di una decina di giorni l’addio: irrilevante, a mio avviso, è l’atteggiamento tenuto nei confronti del quarto uomo, situazione che purtroppo si verifica in tutti i campi del mondo con una frequenza e toni poco edificanti; la distruzione del materiale fotografico di LaPresse poteva essere risolta con un risarcimento che l’agenzia non ha peraltro preteso; le incomprensioni (eufemismo) con il direttore Giuntoli erano evidenti da mesi e mercoledì notte qualche parola di troppo è sfuggita; il gelo nei confronti del presidente e dell’ad Max avrebbe dovuto evitarlo: tanto a Ferrero quanto a Scanavino nessuno aveva però fatto sapere che nei minuti che seguono il fischio finale Allegri è la persona meno avvicinabile del mondo: scarica la tensione con termini non proprio urbani, alla livornese tutto istinto (che non giustifico ma comprendo). Ne sanno qualcosa - casi recenti - Baccin e Marotta dell’Inter, Ibra e la responsabile della comunicazione del Milan, con la quale l’allenatore si è peraltro scusato"
"Dove Allegri ha effettivamente sbagliato di brutto è stato nell’aggredire verbalmente il direttore di Tuttosport, episodio del quale si è in seguito pentito e vergognato. E che ieri ha chiuso con un abbraccio e “‘o perdono”. Sospendendo Allegri, la società ha voluto tutelare la propria immagine e i propri interessi. E conoscendo uno dei massimi dirigenti, non credo che c’entrino i soldi: il calcio è una bugia e un brutto mondo, ha un linguaggio e modi poco tollerabili da chi non lo frequenta abitualmente. Certo, la non compatibilità con i valori della Juve e i comportamenti di chi la rappresenta risulta paradossale se riferita a chi in otto anni ha portato cinque scudetti, altrettante coppe Italia, due finali di Champions e due Supercoppe Italia. Ma questa è un’altra Juve e va considerata e rispettata la linea del taglio col passato".
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