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"Le consegne le ha comunque rispettate tutte: posto in Champions e nel nuovo Mondiale club, coppa Italia e partecipazione alla Supercoppa nazionale. La serata del trionfo personale sull’Atalanta, davanti a milioni di italiani, l’ha però macchiata - secondo l’accusa - mandando a quel paese una figura apicale della società, quotata in Borsa. Che venerdì è ricorsa al divorzio per colpa. Le cause, giuste, per chiedere un divorzio sarebbero (sono) tre, ha scritto un genio della rete: 3) incompatibilità caratteriale; 2) corna; 1) l’acqua lasciata fuori dal frigo d’estate (pratica inaccettabile). Adesso sappiamo che ne esiste una quarta, la sbroccata contro il direttore dell’area tecnica (Cristiano Giuntoli), consumatasi peraltro all’interno del pullman della squadra. Del tutto trascurabile risulta infatti lo spogliarello con attacco all’autorità arbitrale (Rocchi) che, al pari della sbroccata, per Allegri è esercizio a cadenza semestrale"
"Non so come questa storia si concluderà - ma so che era virtualmente finita nel momento in cui la nuova dirigenza prese Giuntoli senza informare il tecnico -, né voglio esprimermi su questioni che non mi toccano: la tutela dell’immagine è una cosa molto seria. Penso tuttavia che all’immagine della Juve Allegri abbia dato tantissimo. Immagine e sostanza: dodici titoli in otto anni. L’errore che non gli perdono è di superficialità, o forse di supponenza: Max ha pensato di poter uscire indenne da una storica fase di passaggio. Quando i due rami della Real Casa si succedono è meglio farsi da parte, se si rappresenta il passato. Ne sa qualcosa chi l’ha vissuta nel 2006. A Torino si fa così: chiudi la porta, cambia la musica, pulisci la casa. PS. Non è casuale che nello stesso giorno in cui è arrivata la comunicazione del licenziamento per colpa di Allegri, la Juve abbia chiesto di poter rientrare nell'Eca, nemica giurata di Andrea “Superlega” Agnelli".
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