- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, il direttore del quotidiano Ivan Zazzaroni ha detto la sua sulla rivalità tra Inter e Juventus: "Esasperanti ma con qualità. E la sosta delle nazionali, e il caldo delle 15, e il mercato troppo lungo, e il campionato arriva troppo presto, e siamo stanchi: la stagione è stata infinita e stressante, e poi ha cominciato a piovere, e abbiamo la squadra più giovane, e gli infortuni, e il terreno era troppo lento, e il terreno era troppo duro, e gli infortuni, e i fatturati, e i bilanci, e guardate il monte stipendi di quelli là, e le coppe che distraggono, e siamo tornati solo ieri dalla trasferta europea, e il turno infrasettimanale, e perché noi la domenica sera e loro il sabato pomeriggio e potrei andare avanti per settimane con il campionario delle giustificazioni del dopo-partita che riempiono la bocca degli allenatori - tutti, nessuno escluso, anche qualche straniero transitato dalle nostre parti, vedi Mou e Benitez - e le pagine dei giornali. E inevitabilmente intervengono vecchie ruggini e nuovi antagonismi che incoraggiano le risposte più acide, come quella uscita dalla bocca di Antonio Conte - lui, sì, che se ne intende - intorno a mezzanotte quando i cronisti gli hanno ricordato le parole di Sarri a Firenze.
Chiusosi il mercato, l’avvelenata è passata da Marotta-Paratici a Conte-Sarri in quanto Juve con una frase che autorizza dietrologie di ogni genere: «Non vorrei dire niente perché altrimenti dovrei tirare in ballo i bilanci e gli stati patrimoniali. Dico solo che qualcuno dovrebbe stare tranquillo e pure sereno perché ora sta dalla parte dei più forti».
Il campionato è effettivamente cominciato sabato scorso e noi lo accompagniamo con soddisfazione e senza alcun imbarazzo dal momento che lavoriamo con l’atteggiamento giusto disponendo di autori super referenziati quali, appunto, Conte e compagnia.
Il calcio arriva dopo: Juve e Inter non stanno giocando bene, e sono convinto che non sia una questione di temperature esterne, né di situazioni patrimoniali, ma di tempo e di pazienza. Mi riferisco soprattutto alla Juve di Sarri: non riesce ancora a fare a meno di Matuidi, Khedira e Higuaìn, che inizialmente non rientravano nei piani tecnici di società e/o allenatore e di riflesso condizionano il passaggio da una Juve a un’altra".
© RIPRODUZIONE RISERVATA