Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, direttore del quotidiano, ha analizzato il momento dell'Inter, soffermandosi su Antonio Conte: "L’uomo del 2021 potrebbe essere Antonio Conte, che di Pioli - al momento davanti a tutti in classifica - è in fondo l’esatto contrario per esperienze maturate, concetti tattici, senso dei rapporti e anche della comunicazione. Nei prossimi cinque mesi Conte dovrà riportare lo scudetto all’Inter con una squadra che considera ancora inferiore alla Juve e non più forte di Milan, Napoli e Roma; la squadra di una società che l’estate scorsa mise la sua fiche più consistente su Hakimi (Antonio non lo riteneva un acquisto prioritario) e che - come, ma anche più di altre - sta attraversando un periodo complicatissimo: ricavi inesistenti e dunque stipendi posticipati, operazioni di rinforzo azzerate, l’obbligo di rientrare di svariati milioni e l’ipotesi di almeno un’uscita pesante a giugno. In più - è di queste ore - il mandato a vendere assegnato da Suning a Rothschild.
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Zazzaroni: “Conte l’uomo del 2021. Dovrà portare lo scudetto all’Inter, che però…”
L'analisi del direttore del Corriere dello Sport
Quando scelse l’Inter, preferendola alla Roma ancora di Pallotta, Conte era convinto di entrare in un mondo di risorse e ambizioni infinite e conseguenti investimenti tecnici, un club in grado di soddisfare le sue esigenze di campo per aprirsi a un futuro di titoli e allineamenti più che naturali con la Juve. Nell’ultimo anno, però, le cose sono parecchio cambiate: il governo cinese e la pandemia hanno creato difficoltà di ogni genere alla proprietà, al punto da rendere necessario l’incontro di riallineamento di fine dicembre dal quale Conte non può essere uscito soddisfatto: inseguiva miglioramenti, gli sono stati prospettati appiattimenti. Marotta e derivati si sono impegnati come non mai per trasmettere all’esterno messaggi di sostegno a tecnico e squadra, sottolineando la straordinaria unità d’intenti derivata dalla consapevolezza del momento e facendo passare «lo scudetto sarebbe un miracolo» come principio. Ma se c’è un anno in cui non è possibile parlare di miracolo è proprio questo, poiché comanda il più sorprendente dei Milan, mentre Juve e Napoli fanno di tutto per mostrare delle fragilità.
E tuttavia per me resta lui, Conte, l’uomo del 2021, nonostante gli avvertimenti che il mio io insistente mi ripete, sollecitandomi innanzitutto a modificare il “titolo”: uomo dell’anno o tecnico dell’anno? Il subconscio suggerisce prudenza, addirittura paventa il non gradimento dello stesso Conte: come si permettono di paragonarmi a Pioli? Io ho vinto (e giù l’elenco), lui niente. Io ho inventato l’ìntensità, il furore, la bolgia (assente da nove mesi), ho spremuto l’Italia, ho conquistato l’Inghilterra. Lui è diventato mister Normalità: vuoi mettere?
Eppoi - insiste la voce di dentro - non ti accorgi come rifugge da ogni pronostico favorevole ritenendolo una minaccia? Una condanna a vincere? Per fortuna faccio il cronista, non lo psicologo. E in ogni caso l’uomo (più atteso) dell’anno è lui: Conte Antonio, non Giuseppi. Si accontenti e goda", ha concluso.
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