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Zazzaroni: “Inter squadra curiosa: dopo la vittoria immeritata di Torino…”

Matteo Pifferi

Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, sulle colonne del quotidiano romano ha parlato anche di Inter-Roma

Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, sulle colonne del quotidiano romano ha parlato anche di Inter-Roma:

"A una dozzina di minuti dalla fine Mourinho ha fatto entrare Shomurodov, Viña e subito dopo il giovane Bove: è stato il modo con cui ha reso omaggio alla superiorità dell’avversario, certificandola. Non è stata una resa, bensì una signorile constatazione, gesto che Mkhitaryan ha pensato bene di premiare con il gol del 3-1. Quando parla la superiorità numerica, la superiorità intellettuale tace, disse Krivenchev. E quest’anno i numeri hanno detto e ripetuto Inter, anche se non avevamo bisogno di ulteriori conferme dal campo. È più forte della Roma, lo è da mo’ e l’ultimo mercato non ha ridotto le distanze, anzi: tre volte si sono affrontate e per tre volte ha vinto la squadra di Inzaghi, peraltro con facilità. La Roma, che nelle precedenti occasioni non aveva nemmeno avuto il tempo di entrare in partita (disarmante il 3-0 nel primo tempo all’Olimpico), ieri è apparsa sorprendentemente contratta fin dai primi minuti, come se avesse dimenticato tutto il buono che aveva fatto negli ultimi due mesi e mezzo".

"Torno sul complesso di superiorità, avvertito da entrambe, pur se in modi opposti: l’Inter è completa, la Roma da rafforzare. L’Inter è da scudetto, la Roma da un posto nella seconda Europa, tra il quinto e il settimo, come ha sempre ripetuto Mou, che non sembra gradire le apparizioni da ex a San Siro. La Roma non ha un Barella, un Dumfries, un Perisic, per non dire delle seconde linee, e uno come Brozovic se lo sogna la notte: avrebbe potuto tentare qualcosa di più sullo 0-0, è vero, e invece ha atteso inutilmente che l’Inter la pressasse, l’aggredisse insomma, per poter armare il contropiede che così bene le riesce. Squadra comunque curiosa, l’Inter: si era ammosciata dopo la sconfitta nel derby del 5 febbraio giocato meglio per 70 minuti e da quel momento aveva perso fiducia e punti: pari - non in questo ordine - con Napoli, Genoa, Torino e Fiorentina, sconfitta col Sassuolo, vittoria con la Salernitana. Per ritrovarsi e rilanciarsi ha avuto bisogno di un successo immeritato sulla Juve; successo che le ha restituito la sicurezza e il tono dimenticati, oltre ai gol di Lautaro, il suo miglior attaccante",

"Bravissimo Simone, nel gestire le negatività: in 9 mesi ha dato, di sé, segnali importanti. La sempre più sua Inter sta meglio del Milan obbligato a prendere i tre punti nell’Olimpico “meazzato”, visto che i prossimi quattro impegni sono assai più complicati dei cinque ai quali è attesa l’Inter.

PS. Mi è piaciuto l’arbitro Sozza: ha diretto con personalità, rispetto della fluidità del gioco e coerenza regolamentare. Si è notato che è di Seregno e non di Milano: è meno stressato, respira meno polveri sottili".