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"La principale riguarda la tenuta delle due difese, insolitamente ballerine (...), allegre, aperte. Anche la condizione atletica dei campioni d’Italia non mi è sembrata peraltro brillantissima: meno aggressivi del solito e distratti. Fino a pochi mesi fa era un’impresa bucarli, adesso groviereggiano. I numeri in questo caso non mentono: nelle prime nove uscite l’Inter ha subìto 13 gol, più della metà di quelli che aveva preso in un’intera stagione, 22. Un anno fa, a questo punto, erano stati 5. Sono notevoli anche gli appunti da muovere alla retroguardia juventina: tra Stoccarda e Inter, è stata presa a pallate, 40 conclusioni in totale e paratone di Perin e Di Gregorio, ma sul 2-4: l’assenza di Bremer è pesante, Gatti è passato da sorprendente capitano a sorprendente tenente (nel senso che tiene al caldo un posto in panchina) e Danilo per ora ha il cane che morde addosso"
"Sospetto anche, al di là dei numerosi infortuni, che i continui cambiamenti non giovino all’equilibrio complessivo della squadra e alla sua solidità: 12 differenti formazioni, con qualche “mottata” (cfr. Andrea Cambiaso) in altrettante partite possono produrre effetti disorientanti. Conceiçao merita un capitoletto a parte: un frillino come lui, che ha il dribbling e punta sempre l’uomo, risulta destabilizzante per le difese avversarie: possibile che qualcuno non capisca che senza individualità il calcio muore? Sempre a proposito di individualità: Motta ha dato solo trenta minuti a Yildiz e questi ha segnato non uno ma due gol, i primi della stagione in campionato. Non cambio di una virgola la valutazione: Kenan ha i numeri ma al momento ha bisogno di minori responsabilità, di leggerezza, qualche ingresso dalla panchina può giovargli. Per passare da giocatorino a giocatorone serve altro"
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