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"È impensabile che una squadra che a Dimarco e Dumfries oppone Kristensen e Zalewski e a centrocampo è costretta all’attesa (il pressing non le appartiene per la lentezza congenita della truppa), onde evitare di subire la verticalità dei nerazzurri, possa portare a casa qualcosa di diverso. La strategia dell’attesa obbligata e l’attenzione, almeno quella, hanno pagato - o, se preferite, retto - per un’ottantina di minuti. Ovvero fino a quando una dormita dei centrali ha esaltato i tempi di Thuram che, va detto, ha reso giustizia a Inzaghi"
"In alcuni momenti ho rivisto il primo tempo di Roma-Milan, il peggiore della stagione della squadra di Mourinho, frazione nella quale i giallorossi hanno mentalmente accettato la temporanea inferiorità. Anche in quella occasione le assenze erano tuttavia pesantissime. Lukaku s’è beccato la sua dose di fischi (la app dell’amore) e ha toccato pochissimi palloni: avrebbe meritato di potersela giocare alla pari. Soddisfatti gli zufolatori di San Siro che hanno preso i tre punti con il sostituto di Romelu, una nemesi quasi inevitabile. Il calcio, sì, è traditore (e oggi leggeremo di vendetta tremenda vendetta: puah)"
"Di tradimenti ne sa qualcosa Mourinho, che da due anni e un po’ è costretto a subire blocchi, ritardi, settlement agreement, incompetenze diffuse e che tuttavia riesce a ottenere dai suoi ragazzi tutto quello che possono dargli. Sono stato troppo duro con Kristensen e Zalewski? Chiedo scusa.
Ho finito le parole"
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