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"Un Allegri che combatte spesso con disorientamenti personali alimentati dai differenti modi di abitare sul pianeta Juve, ma che trova nel gruppo squadra le motivazioni e le risposte che un allenatore si augura sempre di ricevere. Rabiot e compagni lo seguono con eccezionale disponibilità e una consapevolezza di limiti e qualità che si traduce quasi sempre in risultati positivi. La domanda più seria adesso è: fino a quanto potrà durare? Fino alla fine? Coltivo qualche dubbio e non da oggi. E ancora: fino a quando questa Juve senza mercato riuscirà a conservare solidità difensiva e tenuta mentale? Fino a quando potrà fare a meno dei gol degli attaccanti? Ieri Vlahovic ha sbagliato due rigori in un colpo solo (per carità, bravissimo Di Gregorio)"
"Per numerosi osservatori, tanti tifosi, alcuni zampognari e anche per qualche dirigente (Marotta, ad esempio) il principale vantaggio della Juve nella corsa scudetto risiede nel fatto di non disputare le coppe e di poter quindi sfruttare tempi di recupero a questo punto straordinari. È una teoria facilmente smentibile: nei cinque anni in cui vinse lo scudetto Allegri riuscì a conquistare anche quattro coppe Italia (una a stagione, non tutte in una volta) e a raggiungere in ben due occasioni la finale di Champions. Era una Juve molto più forte di quella attuale, che di superiore ha soltanto l’entusiasmo e il senso del sacrifico (elementi di dna)"
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