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"In un calcio che probabilmente si allontanerà sempre più dalle follie e dall’irrazionalità, anche una gestione oculata e competente come quella di Lotito può regalare soddisfazioni - in passato non sono mancate. Lotito non ha sbagliato prendendo Tudor: è stato Tudor a commettere un enorme peccato di presunzione, ha pensato di riuscire a cambiare Lotito, ha scommesso a perdere. Il posto. Dopo la sua uscita il laziale, staccandosi da Formello e volando col cuore più in alto dell’aquila, ha sperato che il presidente tentasse Allegri o di nuovo Sarri, anche Sergio Conceiçao sarebbe risultato gradito. Lotito e Fabiani hanno scelto Marco Baroni e tanti si sono ritrovati nel tunnel del ridimensionamento tecnico e delle ambizioni. Oggi nel mondo Lazio, che è emozione, scetticismo congenito, memoria (la celebrazione dello scudetto del ’74 e l’omaggio a Eriksson momenti indimenticabili) l’indice di gradimento di Lotito è ai minimi storici e a poco valgono le spiegazioni e le numerose attenuanti. Il fatto che Tudor volesse cambiare otto giocatori deve comunque far riflettere il senatore: non può bastare averla risolta ricorrendo a un allenatore che è riuscito a salvare in pochi mesi una formazione che sembrava spacciata e che Sogliano, il ds, ha integralmente cambiato. Baroni è bravo, a sessant’anni si gioca l’occasione della vita e non merita di diventare un punto di scontro tra la realtà e la fantasia. L’unica differenza tra la fantasia e la realtà è che la fantasia deve avere un senso.
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