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"Per la verità qualcuno si è accorto della nuova tendenza ipercritica assai prima degli altri. Pare infatti che il vivacissimo ottantaduenne Giovanni Galeone, per molti “padre spirituale” di Allegri, tempo fa abbia telefonato all’“allievo” per chiedergli se a quel tal giornalista accanito detrattore avesse portato via la moglie. Il vecchio Gio avrebbe usato un verbo più colorito, ma tant’è: Max è sempre stato un notevole tombeur de femmes, dubito tuttavia che si sia dato da fare con tutte le mogli o le fidanzate di chi da un anno e mezzo partecipa al gioco al massacro. Una sola vita non sarebbe bastata"
"«La Juve gioca male», «fa schifo, non ha un’idea» - le principali accuse peraltro prive di approfondimento -, «Allegri ha trascorso due anni a spendere i soldi della Juve e in bella compagnia, rappresenta il calcio che fu» e adesso «ci sarebbero dirigenti pronti a chiedergli di dimettersi», dopo che lui ha dichiarato pubblicamente che non lo farebbe mai. Stavo dimenticando «ha i giocatori contro», un classico del giornalismo sportivo quando una squadra si trova in gravi difficoltà. Ieri sera contro il Milan ho notato tanto impegno da parte degli juventini, tanta voglia di fare risultato, ma anche tanti errori individuali e incomprensibili personalismi. Dieci punti nelle ultime nove partite di campionato sono un bilancio parziale poco divertente, ma i 69 effettivi ottenuti fin qui, che pareggiano il conto con quelli della stagione scorsa, sarebbero valsi il posto Champions. Allegri è considerato un risultatista (alla Juve chi non lo è?), ma se poi non fa risultati che risultatista è?"
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