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Zé Maria: “All’Inter tanta pressione, ma è stato un privilegio. Coronavirus? L’Italia ha…”

Le dichiarazioni dell'ex nerazzurro sulla sua esperienza all'Inter e sull'emergenza coronavirus

Gianni Pampinella

Emergenza coronavirus e passato in nerazzurro. Sono due dei tanti temi affrontati da Zé Mariain una lunga intervista rilasciata a Lance. L'ex giocatore analizza la difficile situazione che sta affrontando l'Italia in questi giorni: "È molto difficile. Ho vissuto lì per molti anni, i miei figli hanno la cittadinanza italiana. L'Italia ha già affrontato molte crisi, ma nessuna ad un livello così elevato. Gli italiani sono generalmente persone allegre, a cui piace socializzare, stare in giro. Ma oggi molti hanno paura di uscire per le strade. È doloroso sapere dell'impatto che il coronavirus sta avendo lì. La gravità del problema è stata misurata con il calcio. Le competizioni difficilmente si fermano. Onestamente penso lo stop sia arrivato troppo tardi. Ho visto in tutto il mondo, e specialmente in Italia, giocatori e allenatori positivi al coronavirus".

L'ITALIA E L'INTER - "Penso che il mio momento più bello sia stato a Perugia. Sono rimasto lì per quattro anni, sono diventato capitano e, curiosamente, ho segnato molti gol lì. Ciò ha contribuito molto a farmi acquistare dall'Inter (nel 2004). La differenza tra le due realtà?  In effetti il Perugia era un club in cui i giocatori lavoravano per cercare di affermarsi. Ho giocato nello stesso periodo di Materazzi e Grosso. All'Inter c'era un livello molto alto, ti chiedono molto. La pressione nel club e nei tifosi per i risultati è grande, devi affrontare avversari come Milan e Juventus con intensità in un San Siro con 80 mila persone. Ma è stato un privilegio. Ho giocato con Verón, Figo, ho vinto un campione italiano, due volte la Coppa Italia e la Supercoppa italiana".

(Lance)

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