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Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Zdenek Zeman ha parlato così delle difficoltà che il calcio italiano ha incontrato in Europa:
"Penso che siano vere tante cose: per esempio che siamo indietro fisicamente, tecnicamente e anche tatticamente. E nessuno nega che, per natura nostra, non siamo mai stati grandi lavoratori. Però sta succedendo anche altro e di questo bisogna tenerne conto».
Le condizioni difficili esistono per tutti.
«Per noi di più, evidentemente, alla luce di quello che succede. E comunque, avendo qualcosa già da recuperare, il virus e ciò che ha scatenato hanno dilatato il gap. Il problema è ampio, di un’ampiezza che lascia anche disorientato, ma siano concesse le attenuanti generiche».
La delusione più grossa?
«Faccio fatica a fotografarne una sola: la qualificazione della Roma ai quarti come unica squadra italiana è l’ennesimo campanello d’allarme. Vuol dire che qualche errore - ovviamente - si è commesso, se in precedenza sono uscite tutte».
Si ironizza: l’Inter per vincere lo scudetto, evento assai probabile, ha dovuto sacrificare la Champions e i suoi milioni.
«E invece seriamente io dico che in quel momento l’Inter non era convinta delle propria forze. Resto convinto che giocare ogni tre giorni sia possibile e che una squadra con quell’organico potesse permettersi il doppio e triplo impegno. Però, rivado a quei giorni e ripenso che all’epoca, probabilmente, Conte e i suoi non fossero pienamente consapevoli della loro consistenza. Succede».
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